Ieri sera centinaia di persone hanno affollato la sala del circolo arci di Coltano per l’assemblea lanciata dalla lista Una città in comune.
Da subito la platea variegata ha discusso animatamente dei passaggi concreti e dei contenuti con cui portare avanti una mobilitazione popolare e massiccia.
Da fine marzo, il lavoro di ricerca e denuncia pubblica portato avanti dal consigliere Ciccio Auletta, ha permesso di svelare i piani di distruzione e cementificazione di 70 ettari nel parco di San rossore e massaciuccoli ai fini della costruzione di una mega base militare per i reparti scelti dei carabinieri.
Un’operazione che nel giro di qualche settimana ha creato sdegno e rabbia nei confronti della classe politica che ha avallato questo decreto a firma Draghi e sponsorizzato dal ministro della difesa a targa Pd. Le istituzioni locali, dalla presidenza del parco, la Regione Toscana e il Comune di Pisa, si sono ritrovate nell’imbarazzante condizione di smarcarsi da decisioni già prese dai propri vertici politici, cercando di deviare l’opposizione popolare a questo progetto in una logica di compensazione o spostamento del luogo previsto per la base.
La risposta di massa alla assemblea di ieri sera è stata decisiva e determinata.
In primo luogo gli abitanti di Coltano, allevatorə, agricoltorə, e residenti di lungo corso e di nuova ventura, hanno messo in luce le ragioni di un NO secco, senza possibilità di mediare su compensazioni economiche o piccole variazioni progettuali, alla costruzione di questo nuovo eco-mostro. La marginalizzazione di Coltano e la non considerazione di un territorio con le proprie caratteristiche ambientali e produttive, è iniziata da tempo.
La stazione radio Marconi lasciata a se stessa, i progetti culturali e sociali non valorizzati dalle istituzioni, l’utilizzo del centro Radar e poi l’abbandono con tanto di filo spinato lasciato a deturpare il paesaggio.
I tentativi, falliti, delle istituzioni di far realizzare una centrale a biomasse, prima, e poi un centro di detenzioni per migranti (CIE), hanno lasciato nella popolazione residente una forte ostilità e sfiducia nei confronti degli apparati istituzionali.
La costruzione di questa base sarebbe devastante e la priorità è l’opposizione alla stessa. Movimenti e cittadini, nel corso della discussione, hanno allargato lo spettro dei contenuti di questa opposizione.
Il contesto di guerra in Ucraina fatta dalla Russia e la corsa al riarmo che anche il nostro governo sta perseguendo, al servizio delle potenze europee e nordamericane, rende sempre di più violenta la necessità dello Stato di creare il territorio come una grande piattaforma logistica al servizio della guerra e del riarmo. Accanto a questa base infatti, c’è già attiva l’operazione di ampliamento della base militare di camp derby in diretto collegamento col porto di Livorno. L’aeroporto militare di San giusto inoltre è direttamente connesso a questo piano di velocizzazione delle operazioni militari.
Inoltre le risorse economiche previste per la realizzazione della base, che si aggirano sui duecento milioni di euro, provengono dalle fonti del PNRR. Questo rappresenta l’ennesimo sopruso nei confronti della popolazione tutta che si trova a fare i conti con servizi riproduttivi scarsi e privatizzati.
L’assemblea, costruita grazie ad un lavoro prezioso di diffusione e inchiesta da Una Città in Comune, ha allargato lo spazio di partecipazione nella direzione di un percorso pratico ed operativo di lotta senza se e senza ma alla costruzione di questa base militare.
Un ottimo inizio per una stagione dove il rifiuto della guerra possa tradursi in mobilitazioni popolari con obiettivi concreti e tangibili sul territorio.
➡️ 26 Aprile una mobilitazione in Comune per far prendere una posizione politica al consiglio comunale
➡️ 4 Maggio a Firenze, sotto la Regione Toscana, una grande presenza diffusa dal territorio durante l’incontrò tra arma dei carabinieri, ministero della difesa, regione toscana e sindaco di Pisa. Per ribadire il No alla base
➡️ 2 Giugno, l’obiettivo è quello di costruire una grande manifestazione nazionale a Pisa per stracciare definitamente l’idea malsana di militarizzare con soldi pubblici il territorio di Coltano.