Riportiamo di seguito il comunicato del Collettivo Universitario Autonomo sui tagli all’Università e il Consiglio di Amministrazione che si è tenuto mercoledì 18 dicembre al Rettorato.
Oggi (mercoledì 18, n.d.r.) il Consiglio di Amministrazione, con il mandato della governance dell’Università di Pisa, ha deciso di attaccare la vita di migliaia di lavoratorə e studentə di questo ateneo, di immiserirci e tagliare sul nostro futuro ma anche, e soprattutto, sul nostro presente.
Per questo, insieme alle lavoratrici in sciopero, abbiamo protestato e bloccato per un’ora il CdA e il Rettorato, per rendere chiaro che questo loro attacco non passerà inosservato e avrà delle conseguenze: ci vedranno arrabbiate, agitatə, organizzatə per lottare e difendere le nostre vite e il nostro diritto a lavorare in condizioni dignitose e non precarie.
Questa mattina, per tappare il buco di bilancio, sono stati tagliati 1,7 milioni di euro a portierato e pulizie, lavoratorə da anni sfruttatə per scelta dell’Ateneo che ha esternalizzato il loro servizio. La perdita sarà di 800 ore lavorative a settimana, con delle conseguenze gravi sulle vite delle persone e sulla manutenzione dei nostri spazi universitari.
Durante il cda la proposta di taglio era arrivata fino ai 3 milioni di euro: si parla di 1500 ore lavorative in meno. La proposta non è passata, rimanendo su un taglio di “soli” 1,7 milioni. La presentazione di un raddoppiamento del taglio palesa ancor di piú la scelta politica dell’accademia a Pisa: risanare i propri debiti scaricando i tagli sulle persone che l’università la vivono e la curano tutti i giorni, ovvero lə studentə e lə lavoratorə.
Continuano i colpi: passa la decisione di eliminare completamente i servizi di riviste online nel Sistema Bibliotecario di Ateneo. Sono stati dimezzati a 40 il totale di dottorati finanziati da UniPi.
I poli rimarranno chiusi durante il weekend e le poche aule studio serali rimaste chiuderanno alle 20.00 invece che a mezzanotte. Minacciano di chiudere interi corsi di laurea magistrali. Verrà svuotato il multifondo destinato ai dipartimenti, riducendone completamente l’autonomia. Verranno aumentate le tasse per servizi e diminuite sempre di più le agevolazioni e i finanziamenti alle attività studentesche e borse.
Sono 20 milioni complessivi di debito, da risanare scaricando i tagli imposti dal Governo sempre e solo su chi sta sotto.
Questo è solo l’inizio di un grande processo di privatizzazione delle università, per fare in modo che la ricerca sia condotta su un terreno sempre più dipendente dai finanziamenti di aziende private, corporazioni, industrie belliche, estrattive e senza un legame concreto e utile con le motivazioni e i bisogni che ci spingono a studiare e formarci.
È una vergogna che l’unica voce attiva in bilancio siano gli stipendi del personale docente, ma non solo: questi stipendi verrano aumentati nei prossimi anni, mentre centinaia di lavoratorə esternalizzatə rischiano il posto e lə studentə non sanno se potranno continuare a studiare nella loro università.
( Lo stipendio di un ordinario è uguale in media al salario di 9 lavoratorə delle pulizie o a 30 borse di studio, questo dimostra quanto gli interessi di noi studentə e quelli di chi comanda quest’università siano diversi.)
Mentre si mina alla radice il diritto alla ricerca, allo studio e a una vita studentesca degna, si continuano a spendere milioni in trasferimento tecnologico e spin-off con cui l’Università di Pisa tesse i propri affari con l’industria bellica.
Al contrario di come afferma il rettore Zucchi, noi e la governance non siamo sulla stessa barca.
Per questo stamattina abbiamo sostenuto le lavoratrici in sciopero e protestato insieme per i nostri diritti, bloccando il CdA per un’ora.
Tutto questo nonostante le provocazioni della polizia che ha cercato violentemente di impedire allə studentə di entrare in rettorato, mentre bloccava l’accesso anche alle dipendenti esternalizzatə che lavorano in quella stessa università.
Hanno tentato di chiuderci le porte in faccia, ma non ce l’hanno fatta: lə studentə non hanno abbassato la testa e hanno fatto sentire con determinazione la propria voce e le proprie ragioni, portando il punto di vista di chi è stanchə di essere preso in giro.
Dopo 7 ore di Consiglio, ancora non c’era nessuna risposta certa.
Per quanto ci riguarda non chiediamo che il CdA o il Rettore si espongano sui tagli o la riforma del preruolo perché nei fatti hanno già preso la loro posizione, nonostante le belle parole e le prese in giro.
Sono dalla parte sbagliata di questa università, di chi si avvinghia al proprio potere e privilegio, dei garantiti sulle loro poltrone, degli affaristi che speculano su immobili abbandonati come ex Chimica o su progetti edilizi che non hanno garanzie accettabili per noi studentə, come il nuovo polo di Biologia.
A noi studentə, insieme allə lavoratorə, non rimane che organizzarci, lottare, scioperare, impedire che questi tagli possano diventare effettivi.
Ogni ora tagliata sarà uno sciopero, ogni polo chiuso un picchetto, ogni magistrale eliminata un’occupazione.
Faremo in modo di difendere le nostre vite, il nostro diritto a studiare dignitosamente e non pagare per un’Università che non ci darà più nulla.
Se le acque saranno turbolente, lo dovranno essere per tutti.
DA STAMATTINA NOI STUDENT SIAMO IN AGITAZIONE, CONVINTƏ CHE L’UNICA SOLUZIONE SARÀ ORGANIZZARE, LOTTARE, SCIOPERARE, UNIRCI CON LƏ LAVORATORƏ DI QUESTA UNIVERSITÀ, FARE IN MODO DI DIFENDERE LE NOSTRE VITE DAI TAGLI E DAI SACRIFICI!