Sono sempre più frequenti i tentativi da parte di aziende e multinazionali di fregare i propri dipendenti di quote importanti di salario. Non solo sotto-inquadramenti contrattuali, demansionamenti, straordinari non conteggiati, ma il vero e proprio “bottino” da fregare è rappresentato dal Tfr, liquidazioni e ultimi stipendi. Non stiamo parlando di qualche piccola impresa “strozzata dalla crisi” ma degli appalti dei più grandi gestori dei servizi pubblici, che, in deroga a qualsiasi responsabilità etica, cercano continuamente di non versare quanto dovuto alle proprie maestranze.
Neanche a farlo apposta stamani, a Pisa a distanza di pochi chilometri l’uno dall’altro, si sono verificati due importanti iniziative di protesta su due vicende diverse ma accomunate dalla volontà datoriale di non “ripagare” i propri ex-dipendenti. Il presidio permanente degli operatori di pulizia urbana ex avr, adesso Geofor, e la protesta di una ex dipendente di Dussman, multinazionale dei servizi di Pisa dell’ospedale di Cisanello.
Nel primo caso siamo ad Ospedaletto, di fronte alla sede di A.V. R., l’azienda con sede nello Stato del Vaticano che a Pisa ha avuto per molti anni, fino al dicembre scorso, la gestione della pulizia urbana e della manutenzione stradale. Azienda ramificata in appalti dal centro sud al nord, oltre che con sedi all’estero, Spagna e Polonia, e che nei passati mesi è stata anche commissariata perchè considerata a rischio “infiltrazione mafiosa”. Sono passati tre mesi da quando questo servizio di pulizia manuale e meccanizzata di tutte le strade della città, dai quartiere di periferia a quelli del centro, è passato al gestore unico con il conseguente trasferimento delle maestranze sotto l’azienda pubblica Geofor. Ecco, invece di liquidare i propri dipendenti di arretrati, tfr e liquidazione, l’Avr ha deciso di non licenziarli inviandoli persino delle lettere in cui non riconosceva la loro “assenza dal lavoro”. Tutto questo per poter in maniera assurda non chiudere le pratiche finanziare nei confronti degli operai e delle operaie, che da mesi denunciano la mancanza di molte migliaia di euro ciascuno. Inoltre questa situazione si somma alla perdurante assenza dei quinti dello stipendio che Avr deve per i prestiti richiesti dai lavoratori e che dagli ultimi mesi del 2020 non risultano pagati, facendoli risultare “cattivi pagatori” di fronte agli istituti di credito.
Per questo da stamattina i lavoratori e le lavoratrici ex avr sostenuti dai Cobas sono in presidio permanente di fronte alla sede aziendale ad Ospedaletto e non se ne andranno fino a quando non avranno ricevuto tutti i loro legittimi compensi.
La seconda mobilitazione mattutina è avvenuta presso il polo ospedaliero di Cisanello. La lavoratrice in questione, da dicembre si è licenziata dalla multinazionale Dussman poiché è risultata vincitrice di un concorso pubblico come Operatrice Socio Sanitaria. Nonostante le ripetute richieste prima dirette dalla lavoratrice e poi per vie legali, l’azienda stessa ha sempre omesso di liquidare l’ultimo stipendio e delle somme relative ai periodi di infortunio e malattia causate da malattie professionali e anche dal Covid. Anche il tfr e la relativa liquidazione sono state negate oggi. Sostenuta da amiche e colleghe, la lavoratrice, che era anche delegata sindacale, stamattina si è presentata nell’ufficio aziendale con la ferma intenzione di non andarsene fino a che non fossero date delle risposte rispetto ai tempi e alla volontà di pagamento di quanto dovuto. L’azienda ha prima cercato di intimorire chiamando alcune pattuglie di polizia. In seguito, a fronte delle evidenti ragioni e dalla determinazione della donna e dalla solidarietà di altre colleghe, il responsabile della Dussman ha fatto liquidare immediatamente lo stipendio mancante ed ha assicurato per scritto il pagamento degli importi mancanti entro il 15 aprile. Nel corso della mattina sono state tante le testimonianze raccolte di altre lavoratrici del comparto multiservizi che hanno riscontrato la stessa cattiva abitudine da parte dell’impresa di non versare quanto dovuto alle proprie ex dipendenti.
Due episodi distinti ma accomunati dalla avidità truffaldina di due multinazionali che chiamano in causa anche direttamente il ruolo dei Comuni, del Sistema sanitario e Ospedaliero. Lo Stato affidando in appalto ed esternalizzando questi servizi essenziali ad aziende senza scrupoli non controlla anzi continua a favorire comportamenti gravissimi anzichè tutelare quel personale definito essenziale a parole, che nella pandemia e in generale assicura il fondamentale apporto sociale alla collettività. Nelle pulizie delle strade, nei servizi ospedalieri, ci sono queste persone che non solo non vengono ricompensate adeguatamente, bensì vengono trattati come “polli da spennare”: per questo la legittima rabbia che sta venendo fuori in queste ore è sostenuta con forza da parte di tutta la popolazione pisana.