Si è svolto ieri l’incontro con il Rettore dell’Università di Pisa Prof. Riccardo Zucchi e la Prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio Prof.ssa Enza Pellecchia, ottenuto da* student* della rete RiseUp4Rojava – Pisa durante l’occupazione del Polo Carmignani dell’1 e 2 dicembre scorsi. In quell’occasione la nuova amministrazione universitaria aveva espresso la propria solidarietà ai popoli del Kurdistan che dal 20 novembre scorso subiscono il violento attacco dei bombardamenti dello Stato turco.
Ieri l* student* hanno ribadito l’importanza di dare seguito alle parole spese da CISP e UniPi, chiedendo in particolare che la nuova amministrazione si impegni in una progressiva de-escalation rispetto agli accordi che gli Atenei pisani intrattengono con aziende come Leonardo s.p.a, che da anni sfruttano la ricerca e gli studi universitari per produrre, innovare e fornire armi a stati fascisti come la Turchia.
Nel lungo confronto tenutosi, il Rettore e la Protettrice si sono mostrat* favorevoli alle richieste e hanno preso l’impegno di portarle negli altri organi per discuterle. L* student* hanno ribadito che alle parole devono seguire i fatti, sottolineando l’importanza che i primi passi concreti nella direzione della cessazione degli accordi con le aziende belliche debbano avvenire nel corso del semestre corrente: questa è l’unica e sola verifica della disponibilità enunciata dall’Amministrazione di UniPi; In attesa che questo avvenga, continueranno le mobilitazioni in solidarietà al Kurdistan e per la demilitarizzazione dell’Università.
Di seguito riportiamo le parole della rete Rise Up 4 Rojava – Pisa e il link dell’intervista di una studentessa a Radio Onda d’Urto.
“Il 20 novembre 2022 sono iniziati i bombardamenti da parte della Turchia nei confronti dei territori del Kurdistan siriano (Rojava) e del Kurdistan iracheno (Başûr) nell’ambito dell’operazione militare “Spada ad artiglio”. Questa operazione ha come obiettivo l’annessione e il genocidio del popolo curdo e di tutte le popolazioni che abitano questi territori e costituisce il tentativo di distruggere l’esperienza rivoluzionaria di democrazia diretta, autonomia delle donne ed ecologia del Confederalismo Democratico che va avanti dal 2012. Gli attacchi della Turchia, in violazione di qualsiasi forma di diritto internazionale, hanno colpito e stanno colpendo città, strutture e popolazione civili, infrastrutture, scuole e ospedali.
Nell’ambito delle iniziative di solidarietà attiva al popolo curdo e alla Rivoluzione del Rojava promosse in seguito all’inizio dei bombardamenti, la rete cittadina Rise Up 4 Rojava – Pisa ha occupato il Polo Carmignani dell’Università di Pisa nei giorni 1 e 2 di dicembre. L’occupazione aveva lo scopo di rompere il silenzio mediatico generale su questa guerra e di informare la comunità accademica tutta di questa grave situazione e della ricchezza dell’esperienza sociale e politica del Confederalismo Democratico. Con l’occupazione abbiamo anche voluto porre delle rivendicazioni specifiche sul nostro Ateneo: una presa di posizione politica in merito all’aggressione turca e la cancellazione degli accordi che intercorrono, in forme diverse, tra Università di Pisa e industria della guerra. Sono infatti note le relazioni con l’azienda militare Leonardo S.p.A, prima industria italiana a fornire dispositivi e tecnologie militari all’esercito turco, e aziende affiliate, nonché le relazioni con industrie della difesa come Fincantieri o Defence Tech, già presenti al Job Meeting tenutosi il 24 novembre 2022 alla Stazione Leopolda. Questi pochi esempi rendono l’ampiezza di un problema strutturale e generale della formazione universitaria, a Pisa come in tutta Italia, in cui sempre più spazio viene lasciato all’iniziativa privata di industrie degli armamenti, a livello di finanziamenti per la ricerca in tutti i suoi livelli, di contenuti degli insegnamenti dei corsi universitari, delle proposte di carriera nel mondo del lavoro una volta conseguito il titolo di studio.
A seguito dell’occupazione, il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace e l’Università di Pisa hanno espresso, con due comunicati distinti, la loro solidarietà alle comunità curde sotto attacco, auspicando la fine dell’escalation militare in favore di una risoluzione pacifica delle regioni colpite. Nel comunicato del CISP sono anche menzionate la responsabilità e l’etica della ricerca rispetto all’impatto ambientale, sociale e militare dei suoi risultati scientifici.
Alla luce di queste considerazioni e di queste prime prese di posizione del nostro Ateneo, invitiamo con determinazione il Rettore Prof. Riccardo Zucchi, la Prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio Prof.ssa Enza Pellecchia e tutta la squadra di governo a contribuire concretamente a una de-escalation del coinvolgimento della nostra Università nella costruzione e nel supporto di tutte le guerre e della cultura che le sostiene. Per questo richiediamo:
- Il rendiconto pubblico e accessibile dei dati e delle informazioni riguardanti gli accordi tra l’Università di Pisa e le industrie militari o connesse alla produzione militare, rispetto alle attività di singoli corsi di studio, borse e assegni di ricerca, iniziative seminariali, orientamento, avviamento al lavoro e attività formativa e scientifica tutta.
- L’impegno nell’organizzazione, nel corso del secondo semestre dell’a.a. 2022/2023, di un momento di incontro pubblico con la presenza della comunità accademica tutta, in cui condividere i dati precedentemente citati o una prima parte di essi. L’ impegno dell’Amministrazione, inoltre, nel corso di questo incontro, a esprimere pubblicamente le proprie intenzioni rispetto a questi accordi e all’opportunità di porvi fine, con l’obiettivo di costruire un contesto accademico che ripudi concretamente le guerre e promuova invece saperi critici e di Pace, che sappiamo essere un obiettivo espresso dall’Università di Pisa e dallo stesso Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace.
- Al fine di promuovere la formazione critica sopra citata, richiediamo infine l’impegno dell’Amministrazione a garantire la sospensione della didattica ogni qual volta vengano convocate assemblee per dipartimenti e corsi, organizzate dalla comunità studentesca come momenti di discussione e divulgazione dei temi citati e delle informazioni raccolte, con l’intento di promuovere discussioni critiche che possano mettere in luce la relazione tra i saperi, la formazione e la militarizzazione. Riteniamo essenziale e prioritario poter sospendere le attività ordinarie per discutere di temi del genere, tanto vitali quanto rimossi dal dibattito accademico.
Pensiamo che questi passaggi siano fondamentali per cominciare a realizzare concretamente un cambio di passo nell’indirizzo politico che vede le nostre Università sempre più messe al servizio dell’industria bellica e dei suoi scopi. Chiediamo fermamente che l’Ateneo fornisca un contributo reale alla de-escalation della guerra in Kurdistan e di tutte le guerre, come espresso già nei comunicati del 2 dicembre.”
Per rimanere aggiornat* sulla mobilitazione, Telegram: RiseUp4RojavaPisa
Ascolta qui l’intervista a Radio Onda d’Urto