Lo scorso 20 novembre 2022 il presidente turco Erdogan, con dei violenti bombardamenti, ha dato il via libera all’inizio dell’operazione “Spada ad artiglio” contro i territori della Siria del Nord e dell’Est, in particolare la zona del Kurdistan chiamata Rojava. In quelle zone da dieci anni è in corso un processo rivoluzionario che ha portato ad una forma di governo democratico, il confederalismo democratico, che mette al centro la convivenza pacifica fra i diversi popoli e le diverse etnie della regione, l’autonomia delle donne e l’ecologia.
Le compagne e i compagni del Rojava hanno chiamato tutto il mondo a mobilitarsi in difesa e in solidarietà con la rivoluzione e con tutto il popolo curdo. L’attacco al confederalismo democratico è un attacco a un’inedita alternativa di vita, di relazione e di organizzazione della società e serve a impedire che una soluzione democratica e pacifica per il medio-oriente possa realizzarsi e diffondersi.
Non è un caso, infatti, che l’aggressione di Erdogan avvenga anche a pochi mesi dall’inizio di intense lotte e rivolte delle donne iraniane, curde e non solo, a seguito dell’omicidio della giovane donna curda Jina Mahsa Amini da parte della polizia morale.
Il messaggio esplicito che arriva anche qua, alle nostre latitudini, è quello della necessità immediata di mobilitarsi, a sostegno della rivoluzione confederale della Siria del Nord e dell’Est e delle proteste delle donne iraniane, perché il Giorno X è arrivato: questa nuova guerra sarà il segno o del tracollo della rivoluzione o, viceversa, del fascismo di Erdogan e del giogo che tiene sulla popolazione curda e sul Medio-Oriente tutto.
Lo scorso 1° dicembre come student3 dell’Università di Pisa abbiamo deciso di occupare il Polo Carmignani, per rompere il silenzio mediatico intorno a ciò che sta accadendo in quella Regione, e cominciare a dimostrare la nostra solidarietà attiva alle popolazioni che stanno resistendo contro gli attacchi del governo turco e iraniano. Uno dei primi risultati della mobilitazione è stato un comunicato proprio dell’UniPi in cui viene espressa pubblicamente la solidarietà dei nostri Atenei alle popolazioni della Siria del Nord e dell’Est. Questo primo, piccolo, risultato ha dato ancora maggiore forza e determinazione all3 student3 per continuare la mobilitazione.
Le nostre richieste, tuttavia non si fermano a questo: abbiamo chiesto all’amministrazione dell’Università un rendiconto pubblico di tutti gli accordi tra Unipi e industria militare, in vista di una loro cancellazione, a partire dagli accordi con Leonardo SpA, industria di armi e tecnologie belliche da anni in affari con l’esercito e il governo turco e per il 30% partecipata dallo Stato italiano.
Dopo l’occupazione è importante continuare a mobilitarsi attivamente e a diffondere i principi rivoluzionari che si stanno costruendo in Rojava, sia nell’Università che in tutto il piano cittadino, per costruire un’attivazione che possa durare.
Per questo ci ritroveremo lunedì 12 dicembre h, 17.30 all’Aula A0 del Polo Piagge per un’iniziativa di informazione e confronto con Francesco Strazzari (docente in Relazioni Internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna).
Per restare aggiornati sulle azioni di solidarietà:
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