Riportiamo interamente in comunicato della comunità di quartiere di sant’ermete che fa il punto delle tante problematiche e delle vertenze in corso a difesa dell’edilizia residenziale pubblica, in vista del prossimo Consiglio di quartiere aperto previsto per martedì 5 novembre alle ore 17.30.
Erano le 17.40 del 24 ottobre di un anno fa. Come avviene ogni martedì da dieci anni, gli abitanti di sant’ermete si stavano per riunire in assemblea per affrontare i problemi e organizzare le attività del comitato. Ad un tratto un tonfo sordo, poi delle grida, ci catapultiamo sotto il nuovo palazzo dei 39 alloggi, sulla via Emilia. Un cumulo di macerie e materiale fumante e polveroso si schianta tutto insieme dall’alto della facciata laterale del nuovo palazzo dei 39 alloggi. Decine di metri di intonaco con tanto di rete di sostegno precipitate al suolo, scoprono il cappotto dell’edificio. Potevamo essere costretti a scrivere un’altra storia ben più tragica, ma i residenti, che abitualmente passano da lì sotto, solo per caso non si ritrovano investiti dal materiale. Arrivano i Vigili del Fuoco ed i tecnici di Apes. Cosa è successo? Come è possibile che un palazzo costruito dopo 6 anni di lavoro e consegnato alle famiglie da soli 18 mesi, veda sgretolarsi in questo modo? Questo progetto è nato male e finito peggio. Il progetto di quell’edificio “nuovo di pacca” e del suo gemello, lì accanto (un fantasma scheletrito che non era ancora completato) è partito nel lontano 2017. Il resto è storia…
Così iniziamo con le proteste ed i confronti con le commissioni comunali di garanzia e controllo e la dirigenza di Apes e Comune, per capire di chi è la colpa e soprattutto perchè non accada mai più. In questo anno i lavori di rifacimento dell’intonaco sono stati quasi ultimati, ma le perizie commissionate per capire se il resto delle facciate rischino di fare la stessa fine, hanno appurato che la causa del distacco sia il cattivo svolgimento delle procedure standard di costruzione da parte della ditta in appalto di Apes e ciò rende anche le altre facciate “a rischio di distacco”. Ma nessuna responsabilità oggi è stata addebitata ad Apes per i mancati controlli. Fatto sta che è ancora in corso un procedimento giudiziario di contenzioso per milioni di euro sia per questo danno sia per l’abbandono dell’altro cantiere dei 33 alloggi. Nel frattempo le case sono state oggetto di infiltrazioni di acqua e umidità, ma Apes non ha ancora voluto riconoscere la sospensione dei pagamenti del canone di affitto per questo anno di disagio. Il nostro comitato scopre che l’appalto vinto dalla ditta Pro.ter che ha svolto (male) i lavori è stato viziato da un avvalimento con un consorzio di imprese indagato per smaltimento illecito di rifiuti e interramento degli stessi sotto cantieri edilizi in costruzione in vari comuni d’Italia. E che questo consorzio, appena vinto l’appalto, ha rescisso l’avvalimento.
La cicatrizzazione delle ferite è un processo lungo, può durare anche anni. Sant’ermete è questo oggi:un luogo che dopo essere stato sventrato da progetti di rigenerazione urbana falliti, con l’impegno, la solidarietà e la lotta di comunità di centinaia di persone ha iniziato un lento processo di cura collettiva. Le cicatrici ci sono, ma il rischio che si possano riaprire le ferite è tangibile, ed è per questo che la comunità di quartiere si fida prima di tutto di sé stessa. Le istituzioni pubbliche, Apes – Comune di Pisa e Regione Toscana, hanno preso degli impegni e, passo dopo passo, questi vanno verificati. Nel luglio 2022, dopo anni di proteste e mobilitazioni popolari, la comunità di quartiere di sant’ermete ottenne un tavolo con tutte le parti istituzionali. Quella discussione, tenuta sotto la struttura di legno autocostruita dagli abitanti al centro della piazza di sant’Ermete, rappresentò un possibile punto di svolta nelle relazioni e nella vertenza per la riqualificazione. Oggi, dopo due anni dall’avvio di quel Tavolo, è il momento di fare un bilancio con una discussione pubblica sullo stato dell’arte delle vertenze in corso in sant’ermete.
Di fronte allo sgretolarsi finanziario dell’edilizia pubblica (zero soldi per emergenza abitativa dal governo) e alla risposta statale in termini repressivi della questione abitativa (vedi il Ddl 1660) la lotta quotidiana di sant’ermete ha bisogno di confrontarsi sui diversi argomenti:
- degli appalti pubblici sulle nuove costruzioni in progetto, a partire dal recupero dei 39 alloggi, il termine dei lavori su quello dei 33, la ristrutturazione integrale delle tre stecche di via Sirtori.
- La notizia, mai discussa con gli abitanti, dello studio di fattibilità sulla demolizione di una stecca di case nel quartiere vecchio e di una ulteriore costruzione in via Bandi\via Socci.
- Il percorso che dura dal dicembre 2022 dell’auto-recupero degli alloggi vecchi nel quartiere, come risposta all’emergenza abitativa e come esperimento di condivisione sociale dell’abitare. Un percorso portato avanti in modo congiunto da residenti storici del quartiere insieme a decine di nuclei familiari sotto sfratto, o che vivevano in albergazione o senza casa, e che deve essere portato a termine col riconoscimento collettivo dei lavori e la contrattualizzazione di tutti i nuclei dell’auto-recupero.
- Cavalcavia e servizi per il quartiere. La battaglia contro la ghettizzazione è quella per ottenere finalmente collegamenti pedonali e ciclabili e trasporti veramente a portata di tutti e servizi socio-sanitari per affrontare le tante problematiche di salute che vedono molte persone abbandonate dai servizi pubblici. Vogliamo discutere del riconoscimento degli spazi sociali per i percorsi educativi, ricreativi e culturali della cittadinanza e finalmente dotare la piazza del quartiere con aree attrezzate anche per i bambini.
Per questo invitiamo tutta la cittadinanza solidale e interessata:
5 novembre 2024 ore 17.30, Piazza del quartiere di Sant’ermete
Consiglio di quartiere aperto