Sabato 30 gennaio la Rete Pisa Solidale organizzerà, come a dicembre, una distribuzione di generi alimentari di prima necessità e per l’igiene personale.
Nell’ultimo decennio infatti la crisi economica è sistematica: non solo la perdita del lavoro con milioni di nuovi disoccupati iscritti al centro impiego ed alle agenzie interinali; da parte di chi governa non c’è minima intenzione di abbassare i costi della vita, anzi. Mentre i costi degli affitti, delle bollette, delle tasse non diminuiscono, c’è chi addirittura ha pensato bene di approfittare della pandemia per triplicare i propri incassi. I supermercati da marzo 2020, hanno aumentato i prezzi dei generi alimentari, aggravando così la possibilità di spesa per milioni di persone, senza redistribuire questa ricchezza sui lavoratori e le lavoratrici della filiera agro-alimentare.
Da parte delle istituzioni, soltanto le briciole sono state concesse a chi dimostrava la diminuzione del reddito per cause di perdita di lavoro o cassa integrazione. I buoni spesa erogati durante questo anno, concessi una tantum dai servizi sociali, hanno potuto soddisfare una minimissima parte di chi ne avrebbe avuto bisogno. Tutto ciò non basta. Ed ecco perchè tantissim* volontar* hanno iniziato a raccogliere alimenti da poter redistribuire.
Domani infatti, in tre punti della città, si terrà la distribuzione per tutte le persone che in queste settimane hanno potuto prenotarsi tramite un numero telefonico dedicato. Nei quartieri popolari di Gagno e Sant’Ermete, ed in centro città nell’aula autogestita universitaria di Exploit, centinaia di persone potranno ritirare pacchi di alimenti, verdure concesse gratuitamente dalle aziende agricole che aderiscono alla Rete Pisa Solidale. Anche tante “botteghe” hanno aderito alla raccolta economica con la “spesa sospesa”: in decine di negozi a Pisa si può infatti contribuire acquistando generi alimentari che saranno destinati alla distribuzione.
Non è soltanto una questione di aiutare il prossimo. Sicuramente la solidarietà è centrale, è lo spirito che unisce chi fa volontariato sociale e chi riceve il pacco. Spesso queste due figure sono la stessa. Chi ha bisogno del pacco alimentare è anche chi fa i turni per la raccolta fuori dai supermercati. Non è un servizio offerto da chi è più agiato, più “fortunato”, nei confronti di chi è in difficoltà. Non è un rapporto subalterno tra ente ed utente. Si tratta proprio di costruire una vera alternativa ed una forte critica al sistema dello sfruttamento di tutta la filiera; fondare un nuovo modo di vivere, una comunità solidale che lotta contro le disuguaglianze. Infatti oltre alla raccolta alimentare, La Rete Pisa Solidale si occupa di raccolta di vestiti, giocattoli per bambin*, di organizzare momenti di aggregazione che, nonostante l’isolamento ed il distanziamento per la pandemia, sono essenziali per non rimanere ancora più isolati.
Non a caso, proprio durante questa settimana della distribuzione, uno degli spazi in cui queste attività vengono organizzate sia stato chiuso: martedì infatti la Limonaia è stata sgomberata da polizia e carabinieri. Chi detiene il potere non tollera forme di organizzazione autonome ed indipendenti, sganciate dallo sfruttamento a cui vorrebbero costringere ogni persona. Quindi se queste iniziative vengono ostacolate, significa che la strada giusta per una liberazione da questa omologazione dai sistemi di potere è stata intrapresa. Perchè la questione non è soltanto la mancanza di cibo, ma di riscatto!