Un altro sfratto è stato difeso questa mattina nel comune di Cascina. Nonostante gli esponenti dell’amministrazione cascinesi a mezzo stampa e (soprattutto) sui social, vantino di aver rivisto i regolamenti delle graduatorie per escludere “i furbetti”, l’emergenza abitativa colpisce indiscriminatamente tutti, italiani e stranieri senza che l’amministrazione muova un dito, anzi rendendosi corresponsabile di una situazione ormai insostenibile. Per questo, nel primo pomeriggio di oggi, sul corso di Cascina, davanti al Municipio, si è tenuta una conferenza stampa di diversi cascinesi sotto sfratto con il Progetto Prendocasa per denunciare la situazione.
“Negli ultimi mesi la situazione nel comune di Cascina sta raggiungendo livelli drammatica – hanno dichiarato nel corso della conferenza stampa – l’amministrazione comunale di fronte ai bisogni dei propri cittadini rimane letteralmente inerme e anzi riversa sulla popolazione, tramite i propri uffici, la mancanza di fondi e risorse; per l’attuale giunta l’emergenza abitativa in questo momento non è una priorità, e gli inquilini vengono dunque respinti da qualsiasi tipo di “percorso” preposto alla risoluzione del problema. Quello che ne consegue è una feroce “guerra” tra chi non riesce a pagare un affitto ma vorrebbe garantito il proprio diritto alla casa e chi invece non percepisce i soldi dalle proprie case e vorrebbe veder riconosciuto il proprio diritto alla rendita. Il risultato è quello che nel 90% dei casi, la parte più debole e che sta in fondo alla “gerarchia” sociale, ovvero gli inquilini, vengono sbattuti in mezzo alla strada dagli avvocati e dalle forze dell’ordine, unica presenza istituzionale quando parliamo di emergenza abitativa a Cascina.”
Il diritto alla casa è una questione politica e non solo economico-finanziaria e come tale deve essere affrontata.“L’assessore alla casa Ziello in queste ultime settimane freme sulla bacheca dei propri social di fronte alla resistenza di alcuni inquilini che stanno resistendo alle minacce delle rispettive proprietà e alla violenza dei vigili urbani che in più occasioni si sono spesi nel tentativo di eseguire gli sfratti. La solita tiritera ormai trita e ritrita che si articola intorno a 5 parole chiave: “clandestino”, “fannullone”, “aggressori”, “centri sociali” e “comunisti”. Una retorica debole, falsa e assurda che a fatica noi sopportiamo in quanto la questione abitativa è per noi una cosa seria e non ascrivibile alle paranoie complottiste e “guerrafondaie” alle quali sta giocando l’assessore Ziello. La realtà ovviamente è un’altra da quella da lui raccontata. Il problema degli sfratti non riguarda solo gli stranieri ma anche tantissimi italiani a Cascina, e in generale chi non ha i documenti per soggiornare in Italia sicuramente non può né prendere in affitto una casa né tanto meno subire uno sfratto. Coloro che hanno lo sfratto nella quasi totalità dei casi sono persone che fino a pochi anni prima lavoravano e che per anni hanno pagato le tasse come del resto tutti gli abitanti di Cascina. Il fatto che Ziello li additi come “fannulloni” denota il fatto che probabilmente lui non si è accorto, non avendo mai lavorato, che il nostro paese da ormai quasi dieci anni grava in una situazione di crisi economica fortissima.
Bisogna quindi sapere di cosa si parla: “In tutti questi anni insieme a tantissime famiglie sotto sfratto abbiamo con molta frequenza attraversato sia il comune che l’ufficio casa di Cascina, incontrando i dirigenti e gli amministratori comunali e mai è successo che siano stati aggrediti o offesi, a differenza invece delle famiglie stesse che più volte sono state bistrattate e “picchiate” dai vigili urbani. Probabilmente l’ossessione compulsiva e le manie di protagonismo di Ziello fanno sì che le urla legittime (quelle si che ci sono state) di chi si ritrova spesso con dei figli minori sull’orlo del baratro venissero intese come minaccia. Qui si parla di famiglie sotto sfratto e di una associazione inquilini che all’interno delle commissioni e nei picchetti anti-sfratto pratica una mediazione tra inquilini e proprietari da quando Ziello era ancora adolescente, con l’intento di risolvere il problema abitativo, cose che oltretutto dovrebbero fare le istituzioni ma che in alcun modo fanno. Quindi che Ziello e la sua giunta stiano tranquilli: il mondo reale non è quello che provano a narrare attraverso i post sui propri social e nessuno li rincorre ne tanto meno aggredisce, piuttosto inizino a impegnarsi nel trovare le soluzioni per tutti coloro che a Cascina vivono il problema dello sfratto, perché se cosi non facessero saranno le famiglie stesse a provvedere ai propri bisogni”.