L’investimento per il trenino costato 71 milioni di euro si è rivelato un buco nell’acqua. Il 18 marzo, giorno del taglio del nastro, abbiamo assistito ad un’inaugurazione in pompa magna a cui hanno partecipato il ministro dei trasporti Del Rio e il governatore Enrico Rossi, e pochi altri a cui è stato concesso raggiungere la stazione di via Goletta. Il rinfresco era offerto dal sindaco Filippeschi e le poche bocche piene presenti si scattavano selfie di fronte al trenino senza pilota.
A due mesi di distanza quello che è sotto gli occhi di tutti è un parcheggio di 1400 posti completamente deserto e un trenino di 200 posti che va avanti e indietro dalla stazione centrale all’aeroporto Galilei sprovvisto di passeggeri.
I 5mila passeggeri previsti non ci sono. Che sia a causa dell’aumento del costo del biglietto (da 1,50 a 2,70) o una scarsa pubblicizzazione non sta a noi dirlo, elementi comunque di non poco conto.
Quello che però è chiaro è che Filippeschi non può più tenere nascosto il “segreto di Pulcinella”. Il People Mover è un flop.
Aldilà delle previsioni di fruibilità dell’opera fatte dall’amministrazione, a contestare il progetto prima dell’evidenza del fallimento erano stati gli abitanti di Sant’Ermete, costretti a vivere in un quartiere degradato con palazzi fatiscenti che rischiano di crollare da un momento all’altro. Il giorno dell’inaugurazione una cinquantina di abitanti del quartiere popolare, poco distante dai binari del People Mover, erano stati bloccati da un plotone di poliziotti e carabinieri mentre si stavano recando con megafono e cartelloni a contestare i politici pisani ed il ministro giunto per il taglio del nastro.
In quell’occasione il Partito Democratico ha imposto una vera e propria militarizzazione delle aree circostanti: la festa non poteva essere interrotta o rovinata da quegli abitanti della città che non solo in quell’occasione ma anche in tutti questi anni hanno espresso il proprio dissenso e la propria contrarietà all’investimento milionario.
La realizzazione dell’opera è giunta a termine nonostante l’arresto per collusione mafiosa del direttore dei lavori del cantiere De Michelis. Direttore tecnico della Sintel Engineering Srl, ditta appartenente all’arcipelago delle costruzioni Condotte S.p.a.
Il progetto portato a termine a tutti i costi ci parla dell’ennesima speculazione nella nostra città: il sindaco sorridente ha tagliato il nastro ed i suoi amici imprenditori si sono intascati un bel po’ di quattrini.
La giunta comunale ha imposto l’eliminazione dell’autobus che serviva i quartieri San Marco e San Giusto e collegava l’intero centro cittadino con l’aeroporto. La brillante idea è quella di fondere la LAM Rossa e la Blu, creando un percorso lunghissimo, che non potrà garantire il livello del servizio precedente ma rimuovendo di fatto ogni concorrenza al Peoplemover.
Adesso che tutti conoscono il fallimento del progetto è bene ribadire alcuni concetti. Gli abitanti delle case popolari che bloccano la strada con tronchi d’albero e tavoli per chiedere i finanziamenti (spariti) previsti per la riqualificazione del quartiere di Sant’Ermete; le famiglie sotto sfratto che occupano l’atrio del Comune con le tende e che chiedono il blocco degli sfratti e finanziamenti per i bandi della morosità; i lavoratori dell’aeroporto licenziati che bloccano i parcheggi degli autonoleggi e tutte quelle persone esasperate dalle politiche folli del “taglia nastri” pisano hanno ragione. Una ragione che si basa sulla sproporzione nell’utilizzo dei fondi pubblici. Troppi soldi vengono investiti in opere che non avevano consenso prima e che si confermano inutili dopo la realizzazione; troppe persone vengono licenziate sul posto di lavoro o sfrattate di casa o non possono fare una spesa dignitosa a causa di questa sproporzione. Una sproporzione che dobbiamo iniziare a chiamare ingiustizia.
Il flop del People Mover conferma l’obiettivo delle politiche del Partito Democratico che continua a scaricare il peso della crisi e di queste opere folli sulla popolazione, facendo prosperare senza vergogna i grandi gruppi imprenditoriali delle grandi opere e del mattone.