Una vera e propria delibera dell’ultimo consiglio di quartiere ha dato mandato martedì scorso ad un gruppo di una cinquantina di persone residenti a Sant’Ermete di protocollare in via Fermi (sede dell’Apes) ed in via Saragat (Società della Salute) il progetto Comunità di quartiere elaborato in questi mesi nello storico rione di case popolari a Pisa.
Sabato scorso infatti oltre cento abitanti si sono ritrovati in consiglio di quartiere per discutere e ratificare le quattro pagine scritte del progetto Comunità di quartiere dopo che nelle tre settimane precedenti erano state realizzate dodici riunioni di blocco tra tutti i condomini del villaggio a lato della via Emilia.
Il progetto Comunità di quartiere ha visto la sua genesi a partire dal referendum popolare di quartiere dello scorso giugno, dove l’80 per cento dei residenti nelle case popolari del quartiere ha SI alle proposte di riqualificazione fatte dal Comitato, contro l’attesa infinita e la negligenza seguita al fallimento del progetto di riqualificazione avviato ben 9 anni fa dalle istituzioni ed oggi giunto ad un punto di non ritorno.
Riportiamo dal progetto presentato quelli che sono gli obiettivi dichiarati della Comunità di quartiere:
-Creazione di Comunità. La lotta alla disgregazione sociale parte e passa da un rafforzamento dei legami esistenti e dalla creazione di un nuovo modo di cooperazione e collaborazione fra gli abitanti del quartiere. Attività collettive di pulizia e l’adozione di stili di vita più attenti alla salvaguardia dell’ambiente sono necessarie vista la vittoria ottenuto dopo anni di lotta per l’istallazione dei cassonetti condominiali; attività di tutela, cura e sviluppo del territorio, che mirino a creare nuove forme di stare insieme, protette e sicure; Obiettivo gradino zero, per abbattere le barriere poste alle disabilità, sia fisica che psichica.
-Auto-recupero e recupero dei finanziamenti per la realizzazione dei lavori di gestione del quartiere. Costituzione di cooperative di lavoro per l’Auto-recupero degli alloggi dei blocchi che non verranno più demoliti (via Fratelli Bronzetti dal n.1 al n.6, via Sirtori dal n.1 al n. 6, via Verità dal n.1 al n.4, via Rubattino n.1/2). Una prima fase di lavori sarà quella relativi agli alloggi lasciati sfitti per anni e dopo, successivamente allo spostamento nei nuovi alloggi dei residenti storici, anche quelli che ad oggi risultano assegnati. Autorecupero degli stabili e degli spazi comuni.
-Esonero come risarcimento per l’illegittimità degli affitti pagati per degli alloggi non a norma e il riconoscimento effettivo dell’incidenza delle condizioni degli stabili sul calcolo della quota del canone sociale. A seguito del de-finanziamento del contributo regionale per il completamento del progetto originale di riqualificazione del quartiere, gli inquilini che da anni vivono in alloggi che non sono considerati a norma, hanno attivato procedure legali e politiche affinchè venisse riconosciuta la “decadenza” dell’originale contratto locativo a causa della mancanza dei requisiti di abitabilità degli alloggi locati. Tale richiesta è necessaria affinchè venga rispettato il principio di non discriminazione tra assegnatari di alloggi popolari, ovvero che venga riconosciuta dalla Regione e dal Comune di Pisa che case popolari con difetti strutturali e con l’assenza di manutenzioni strutturale a carico della Proprietà pubblica non possono essere locate allo stesso canone di alloggi a norma. Da qui la richiesta di esonero e quindi di ricalcolo delle morosità richiesta da Apes per gli inquilini di Sant’ermete e la richiesta alle Istituzioni di inserire nella nuova legge regionale in modo esplicito il principio di incidenza delle condizioni degli stabili sul calcolo della quota del canone sociale.
-Rifinanziamento dei lavori del progetto coi finanziamenti pubblici sottratti dall’armonizzazione del Bilancio regionale 2016. Il ritardo strutturale del progetto di riqualificazione istituzionale ha comportato la perdita di finanziamenti atti a soddisfare le esigenze e i diritti degli inquilini di sant’ermete nell’ottenere alloggi a norma di legge. E’ indispensabile, vista l’insufficienza degli alloggi di nuova costruzione previsti dal progetto esecutivo a soddisfare tutti i trasferimenti dei residenti con assegnazione ordinaria. Affinchè si porti a termine il cantiere e si possano demolire altri 4 blocchi (via Sirtori dal n.7 al n.12, via Verità dal n.5 al n.8) e costruire gli altri alloggi previsti e dimensionati sulle esigenze dei residenti del quartiere.
-Ripopolamento. Per superare il protocollo Apes/SdS del 2013 e trovare un nuovo regolamento alla base delle assegnazioni delle case vuote in cui si tenga conto della diversità dei bisogni sociali; non relegando il quartiere a confino per i casi di alta marginalità sociale di nuclei numerosi, evitando così il grave problema del sovraffollamento. Un nuovo regolamento da istituire sulla base del progetto “Figli del Quartiere” che prevede l’antropizzazione degli stabili spopolati con nuclei familiari idonei che versano in condizione di disagio abitativo e sociale, che sono impossibilitati ad accedere al mercato privato degli affitti e che hanno legami sociali con il quartiere (come ad esempio la partecipazione diretta ai lavori di autorecupero degli stabili degradati e la partecipazione ad attività per anziani residenti e bambini). Un nuovo protocollo in cui si affidi alla Comunità di Quartiere la gestione degli alloggi e che passi per la regolarizzazione degli inquilini senza titolo.