Ancora una prestazione insoddisfacente del Pisa di Pazienza che ieri ha pareggiato a reti inviolate in casa col Piacenza, perdendo l’occasione di recuperare punti importanti su Livorno e Siena.
Come di consueto, però, ci interessa soprattutto porre l’accento sulla tifoseria nerazzurra e su alcuni striscioni particolarmente significativi dei tanti che sono stati alzati durante i 90 minuti di gioco.
“Pisa-Brescia: il rientro del primo diffidato non è certo una <vittoria>… La vostra ingiustizia rimarrà nella storia; Pisa non si piega”. Proprio nella partita di ieri è rientrato uno dei diffidati per i disordini in occasione della partita Pisa-Brescia dello scorso campionato; purtroppo un caso isolato, visto che la maggiorparte degli altri (molti) diffidati dovranno ancora scontare parecchi anni di daspo, per alcuni corredato di firme in Questura. Per questo i tifosi nerazzurri hanno tenuto a dichiarare che il ritorno allo stadio di un solo diffidato non attenua minimamente la gravità delle misure repressive che ancora riguardano decide di persone.
“Contro ogni repressione… Vicini ai ragazzi di Ambrì”. Sempre in tema repressione, è stato esposto uno striscione di solidarietà agli ultras di Ambrì, supporters della squadra di hockey della città gemellati con i pisani, recentemente colpiti da un’operazione senza precedenti per la Svizzera che ha portato all’arresto di 13 persone per disordini avvenuti in occasione di una partita.
I Rangers hanno poi aperto uno striscione per ricordare Dax, Davide Cesare, che il 16 marzo di quindici anni fa è stato ucciso con numerose coltellate in un agguato fascista a Milano: “16/03/2003 Dax Vive”.
Verso la fine della partita è stato sollevato un altro striscione, grande e significativo, con la semplice scritta: “Contro ogni guerra e genocidio”; il riferimento è a quanto succede in queste ore ad Afrin e in altre parti del mondo attraversate da sanguinosi conflitti. In solidarietà con la resistenza nella Siria del Nord, i Rangers Pisa hanno legato al proprio bandierone, sventolato per tutta la partita, il drappo delle YPG, unità di protezione della rivoluzione del Rojava.