da infoaut.org
L’hackmeeting è l’incontro annuale delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all’interno della nostra società. Ma non solo, molto di più. Lo sussuriamo nel tuo orecchio e soltanto nel tuo, non devi dirlo a nessuno: l’hackit è solo per veri hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua.
Tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo rivestire nell’indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre più stretti.
L’evento è totalmente autogestito: non ci sono organizzatori e fruitori, masolo partecipanti.
Questo l’appello di convocazione della prossima edizione dell’Hackmeeting, una tre giorni di incontri che si terrà a Pisa da venerdì 3 a domenica 5 giugno, presso il Polo Fibonacci. Qui un wiki dei talks previsiti.
Abbiamo rivolto alcune domane a Gabriele di Eigenlab, realtà ospitante il meeting.
Da dove nasce questa esperienza?
Viene organizzato il primo hackmeeting al Cpa di Firenze nel 1998. Strano Network, Avana BBS, Ecn, Freaknet, Decoder, Metro Olografix e la rete Cybernet decidono di fare un meeting perché quattro anni prima c’era stato un primo giro di vite contro gli hacker italiani. Il problema era che i media iniziavano ad accorgersi che c’era il fenomeno digitale e identificavano il tentativo di capire la logica delle nuove tecnologie come fenomeno “criminali”. La comunità hacker invece voleva sottolineare che il computer era uno strumento di massa, domestico e non solo tecnico-universitario o militare, di controllo o di mercato. L’informazione che su quella rete di pc passava, doveva essere libera. Da qui in poi la comunità hacker italiana si ritrova con lo stesso spirito in una città diversa ogni anno, viene attraversata da molti soggetti e i saperi e l’attitudine che porta con se sono rinnovati e riaperti ogni volta.
Quali sono le attività e la filosofia di base?
Hackmeeting è un evento di tre giorni in cui si tengono molti talks e workshop, su argomenti da “smanettoni” e su hacking in senso lato, abbracciando anche ambiti diversi dall’informatica. Inoltre durante l’evento c’è la possibilità di campeggiare e mangiare in una cucina autogestita. Lo spirito è sempre quello di rendere le conoscenze un bene effettivamente comune, piratandole e riutilizzandole. Sintomo di ciò è il luogo dove si svolgerà quest’anno. Il Polo Fibonacci è il polo scientifico dell’Università di Pisa, luogo in cui il sapere è visto in modo miope come qualcosa che il professore trasmette frontalmente a studenti passivi che prendono appunti. Hackmeeting in università vuole mostrare che la conoscenza è collettiva e le nozioni che ci vengono impartite in Università sono da usare in modo critico, e sono da inserire in un contesto di liberazione dei saperi.
I mezzi informatici, in particolare nel campo mediale e comunicativo, nel loro utilizzo di massa, si configurano anche come i terreni dello sfruttamento contemporaneo. Quali le potenzialità come condizioni di un controutilizzo collettivo? Quali le trappole da evitare?
Questo è un argomento scottante. Ci sono sentimenti contrapposti riguardo ai social network. Da un lato c’è chi li vede come un luogo di sfruttamento, ma non per questo è disposto ad abbandonarli e anzi cerca un modo per sovvertire e riappropriarsi del flusso di dati al loro interno; sfruttando la potenza comunicativa che li caratterizza e al contempo stando attenti alle insidie che nascondono. Dall’altro chi vede queste piattaforme come un modo per generare capitale dai dati personali, annientando la privacy e la riservatezza degli utenti ed esponendoli sempre più a controllo e censura. Ad Hackmeeting si parlerà anche di questo e di come approcciarsi a questi “nuovi” mezzi di comunicazione, come usarli in modo da non correre rischi e in che modo vengono usati le informazioni che essi estraggono dalla nostra vita quotidiana.