Ieri pomeriggio la protesta dei “carrelli vuoti” , che per tutto il mese di luglio sta facendo visita alle grandi catene di supermercati nella città, ha fatto visita alla Coop di Cisanello. Dopo Esselunga, Conad, Pam e Carrefour, anche la dirigenza di questo supermercato ha ricevuto le richieste scritte di chi chiede tre semplici cose: la fine degli sprechi alimentari, l’abbassamento dei prezzi e di contribuire con pacchi alimentari o buoni spesa per le persone che ne hanno bisogno.
Spesso si sente in televisione o si legge sui giornali che i supermercati Coop sono sensibili alle “fasce più deboli” della popolazione e che c’è una contribuzione economica per i poveri. Una persona quando è debole ha bisogno di cure per stare meglio, qui però non si parla di persone malate, ma di una crisi che sta investendo milioni di persone che non hanno più la possibilità economica di fare la spesa. Questi aiuti economici che provengono dalla Coop (una briciola in confronto a quello che fatturano ogni anno dato che solo nel 2019 ha guadagnato 14,9 miliardi di euro) e che finiscono nelle mani delle associazioni di volontariato come ad esempio la Caritas, dimostrano moltissime criticità come i criteri di accesso, i tempi burocratici per poter usufruirne e un’umiliazione costante delle persone che vi si rivolgono. Tre anni fa scrivevamo (riconsigliamo la rilettura) proprio sullo scandalo del supermercato della Caritas al Cep, finanziato parzialmente dalla Coop, dove sugli scaffali mezzi vuoti c’erano prodotti scaduti e nei magazzini pancali di roba buona. Questo si che è un sistema malato e perverso. Ed è bene che anche i propri soci che contribuiscono con i loro soldi alla creazione di questo sistema sappiano come le loro quote vengono investite. Perchè non basta contribuire per stare bene con la coscienza, è giusto sapere in che modo le risorse vengono impiegate e metterci bocca quando serve.
La Coop viene considerata come la parte più sana della catena della Grande Distribuzione Organizzata, perchè attenta alla qualità dei prodotti del proprio marchio e ai diritti dei propri dipendenti, ieri però, durante la protesta, è stata criticata anche dai suoi soci. In Sicilia in questi giorni mille dipendenti Coop stanno rischiando il proprio posto di lavoro a causa della chiusura di 12 punti vendita. Uno schiaffo alla retorica sull’attenzione rivolta a chi ci lavora.
Ieri a fine protesta, i “carrelli vuoti” hanno annunciato la fine di questo preliminare tour ai supermercati mentre continuano le raccolte e le distribuzioni alimentari in tre quartieri della città. Inoltre, per lunedì 27 luglio alle ore 18 è prevista l’assemblea della spesa sociale nel parco delle Concette, ingresso da via Garibaldi 72