Con un appello pubblico il Progetto Prendocasa ha invitato tutti i cittadini solidali a prendere parte al picchetto anti-sfratto per venerdì 13 luglio alle ore 8.00 nel quartiere San Marco.
Venerdì 13 luglio dalle prime ore della mattina tantissime persone saranno nel quartiere popolare di San Marco per impedire l’ennesima ingiustizia nei confronti di una famiglia di lavoratori a vantaggio del “mercato” immobiliare.
È previsto uno sfratto con l’ausilio della forza pubblica con lo scopo da parte della proprietà di rientrare in possesso della casa, rifiutando le proposte di incontro e di mediazione. Come si è arrivati a questo punto?
1. La proprietà
La casa in via Pilla, nel quartiere di San Marco, è un immobile di 40 metri quadrati, pieno di umidità causata da infiltrazioni strutturali, impianto elettrico non a norma, che viene locato a 500 euro al mese. La famiglia di Tim, dopo la nascita del secondo figlio, ha avuto un calo del reddito familiare a causa della diminuzione dello stipendio: per questo motivo è iniziata la morosità. La proprietà beneficia nel 2016 del fondo per la morosità incolpevole che prevede 8mila euro di soldi pubblici in cambio di un rinvio dello sfratto di circa un anno. Allo scadere della morosità incolpevole, la famiglia di Hatim chiede alla proprietà di avere un nuovo contratto di affitto più basso fino a che non entrerà nell’alloggio popolare. La proprietà rifiuta e riprende lo sfratto. Nel corso del 2018 la famiglia di Hatim viene nuovamente ritenuta “morosa incolpevole” e perciò viene riproposto alla proprietà il bando per la morosità incolpevole per un valore di 8mila euro. Questa volta i soldi proposti dall’ufficio casa del comune di Pisa vengono rifiutati dal padrone di casa, convinto dell’esecuzione forzata dello sfratto.
2. L’assistente sociale e la commissione emergenza abitativa
La famiglia di Hatim non è rimasta “con le mani in mano” aspettando l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Dal 2015 letteralmente insegue il servizio sociale che ha la delega per l’emergenza abitativa affinché venga trovata una soluzione al problema dello sfratto. Decine e decine di colloqui con l’assistente sociale sono stati svolti negli anni ma non hanno portato alcuna soluzione. Questo nonostante la famiglia:
– sia risultata idonea all’assegnazione di alloggio popolare tramite bando ERP 2016 con punteggio utile;
– sia risultata assegnataria di alloggi Agenzia Casa tramite bando Apes del 2016;
-sia risultata “morosa incolpevole” e beneficiaria del contributo sfratti per la morosità incolpevole per ben due volte.
Questa famiglia ha tutti i requisiti per poter entrare in un alloggio pubblico ma si trova a causa dell’indifferenza e della negligenza dello Stato a dover combattere per non rimanere sotto un ponte. L’unica prospettiva è quella di combattere!
Infatti le istituzioni producono bandi, graduatorie e leggi che poi loro stesse non rispettano, dicendo “non ci sono case disponibili”, ma nello stesso momento con i nostri occhi centinaia di case vuote nei quartieri. Questo vuol dire che c’è un’interesse nel volerci far stare male di proposito: le Istituzioni vogliono produrre povertà ed emergenza per costringerci a pagare affitti impossibili nel mercato immobiliare anziché assolvere al loro compito di assegnare alloggi pubblici a chi è a basso reddito.
3. La commissione territoriale sfratti
I tentativi di sfratto si sono ripetuti ogni due mesi per un anno; sono stati rinviati grazie alla ragione e alla presenza della famiglia in tutti i tavoli in cui veniva discussa la propria situazione.
Una delle anomalie e del mal funzionamento dello Stato nel garantire i diritti alle famiglie bisognose di casa è quella che riguarda il funzionamento della commissione territoriale sfratti. Istituita per graduare la forza pubblica, è composta da sindacati inquilini, associazione dei proprietari, servizi sociali, ufficio casa del comune e apes; viene presieduta da delegati prefettizi. Questa commissione negli ultimi mesi ha “smesso” di funzionare: ha iniziato a dare la sospensione della forza pubblica solo a chi ha beneficiato del contributo per a morosità incolpevole. Nel caso di Hatim, anche se beneficiario dello stesso contributo, ha deciso di non concederla “due volte di seguito”. Questo, anche quando le responsabilità sono interamente dello Stato che non è riuscito a reperire alloggi che la famiglia necessita perché vincitrice di bandi.
Questa situazione è gravissima: vengono scaricate le responsabilità delle istituzioni sulla famiglia bisognosa. Per questo venerdì saremo in tantissimi a dare forza e sostegno a Hatim e alla sua famiglia affinchè lo Stato non si comporti con negligenza rispetto al diritto alla casa.