Il 28 settembre Non Una di Meno tornerà nelle piazze di tutta Italia per la giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro e gratuito. A Pisa il corteo partirà da Piazza Toniolo (angolo via San Martino) dalle 17.30, il percorso previsto attraverserà Via San Martino – PIazza XX Settembre – Borgo Stretto – Via San Francesco – Via Coccapani -Largo Ciro Menotti.
Qui l’evento con gli aggiornamenti
Di seguito il comunicato della giornata:
In questo scenario di guerra, elezioni, crisi economica ed ambientale, i corpi delle donne e delle persone LGBTQIA+ sono stati e saranno campi di battaglia. Quella del 28 sarà la prima manifestazione politica dopo la vittoria elettorale di Meloni e dell’estrema destra in Italia. Non Una di Meno scende in piazza con la consapevolezza che questa sarà la prima di una lunga serie di battaglie perché gli attacchi espliciti alle donne, alle persone LGBTQIA+ e alle persone migranti si intensificheranno nei prossimi mesi.
In questo nuovo assetto politico, l’Italia si schiera dalla parte del flusso reazionario che coinvolge paesi come gli Stati Uniti, Ungheria, Polonia e Malta, dove l’aborto è sotto attacco. Gli attacchi e le restrizioni al diritto di aborto sono al centro delle agende conservatrici a livello globale: queste politiche vogliono rafforzare il controllo sui corpi delle donne e delle persone con capacità gestante e vogliono imporre alle donne la maternità come destino.
Questo risultato elettorale conferma il rilancio della triade “Dio, patria e famiglia” e delle sue declinazioni sessiste, razziste, omolesbobitransfobiche e abiliste e un’opposizione ‘democratica’ che tratta la parità di genere solo in termini neoliberali. Mentre il numero dei femminicidi e delle violenze sessuali è in aumento, la violenza maschile sulle donne è strumentalizzata per portare avanti retoriche razziste e attaccare le persone migranti. Dopo l’affossamento del DDL Zan, le persone LGBTQIA+ scompaiono dall’agenda politica a favore dell’imposizione della famiglia tradizionale bianca come unico modello e nucleo della società, a discapito di un welfare pubblico e di politiche sociali.
Giorgia Meloni vuole incarnare il compito di madre della nazione e assicurare il valore sociale della maternità in un paese dove l’accesso all’aborto è fortemente ostacolato dall’obiezione di coscienza che tocca punte del 90%, seguendo il modello Marche. I consultori pubblici previsti dalla legge 194 sono stati progressivamente ridotti dagli anni 70 in poi e ad oggi possiamo fare riferimento a meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti. In più, non si investe sull’educazione sessuale e all’affettività e sulla contraccezione gratuita.
Lottare per l’accesso all’aborto libero sicuro e gratuito significa lottare contro ogni forma di controllo e di violenza patriarcale.
“Siamo furiosɜ perché perché l’attacco all’aborto si rafforza in un momento di crisi economica e sociale.
Siamo furiosɜ perché la nostra libertà di scelta è messa sotto attacco.
Siamo furiosɜ per questo il 28 sarà la prima tappa di una lotta che non si arresta.
Risale la marea.”
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