Una piazza in subbuglio: martedì prossimo dalle ore 14, sotto il consiglio comunale, i sindacati e i comitati di lotta per la casa, hanno annunciato un presidio durante il consiglio comunale aperto dedicato al tema dell’emergenza abitativa.
Sono passati sei mesi da quando i consiglieri comunali votarono a maggioranza la richiesta al prefetto di sospensione della forza pubblica agli sfratti. Da quel momento ad oggi, lo tsunami degli sfratti è stato contrastato solo dalla presenza e dall’attivazione delle associazioni e delle famiglie che in prima persona hanno iniziato a ribellarsi al terrore di finire in mezzo alla strada. Confedilizia continua a porre dei veti di potere alle istituzioni locali e la prefettura non ha neanche risposto formalmente alla richiesta del Consiglio comunale.
Intanto gli affittacamere strabordano di nuclei familiari che da anni, mesi, settimane continuano a dover accettare soluzioni precarie e insopportabili. Sovraffollamento, coabitazioni, mancanza di servizi di trasporto adeguati. Più di 60 bambine e bambini vivono in questa situazione che conferma la rinuncia da parte dello Stato ad affrontare il problema principale: le troppe case vuote di proprietà pubblica e l’insosteninilita degli affitti per i redditi familiari di generazioni di lavoratori e lavoratrici con gli stipendi più bassi d’Europa.
Il consiglio comunale quindi sarà il teatro di questa tensione e gli interventi programmati avranno il compito di delineare e indicare il conflitto in campo fuor di retorica, con l’obiettivo di ottenere risultati concreti.
Per questo è convocato un grande presidio cittadino in concomitanza, affinché arrivi il messaggio ben chiaro che il dramma che si sta consumando ha dei responsabili e che è arrivato il momento di far pagare i costi della crisi abitativa a chi ha lucrato fino ad oggi.
Ad esempio stamani una famiglia che ha avuto lo sfratto, rinviato a fine novembre, si è svegliata con l’ennesima irruzione da parte sia di scagnozzi della proprietà che per accelerare l’uscita del nucleo, ha pensato bene di staccare il contatore dell’acqua, dopo aver provveduto a far levare le utenze di gas e luce. Una famiglia con due Bambini piccolissimi, che campa con l’unico stipendio da fame di carpentiere nei grandi cantieri navali dei Navicelli, che si trova a non poter lavare ne cucinare per i propri figli. Assieme ad altre persone solidali questa mattina si sono recati agli uffici di via saragat dove il servizio sociale ha preso atto della situazione ed ha trovato una soluzione di emergenza tramite affittacamere. L’ennesimo esempio del sopruso che scaricano sulla salute delle famiglie e sull’economia pubblica i costi della propria avidità.
Ma la lotta unisce e fortifica l’idea che solo con la capacità di individuare dove sono le risorse inutilizzate e le rendite ad oggi inattaccate dallo Stato si può ottenere un cambiamento sociale abitativo.