La comunità di quartiere vuole decidere: ‘Basta assegnazioni in sovraffollamento’

Lunga mattinata di mobilitazione negli uffici della Società della Salute e APES da parte degli abitanti del quartiere di Sant’Ermete. Il comitato di quartiere dà seguito alle volontà espresse dal voto del referendum di quartiere del 3 giugno: nessuna decisione sulla vita e la vivibilità del quartiere può essere presa senza un confronto con gli abitanti. In particolare al centro delle attenzioni della comunità di quartiere sono le scelte di società della salute e APES relative alla politica di assegnazione degli alloggi vuoti dei vecchi blocchi in sovraffollamento: nuclei troppo numerosi per case troppo piccole. “Le risorse stanziate” sostengono gli esponenti del comitato, “ devono servire a sanare le attuali condizioni di sovraffollamento senza generare nuovi problemi. Sant’Ermete non è una discarica, d’ora in avanti anche il quartiere dovrà partecipare ai tavoli di assegnazione”.

Riportiamo integralmente il documento fatto protocollare questa mattina negli uffici di APES e SdS.

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Alla cortese attenzione

del Presidente della Società della Salute Zona Pisana – Sandra Capuzzi

del Sindaco di Pisa – Marco Filippeschi

dell’Amministratore Delegato di Apes – Lorenzo Bani

Il consiglio di quartiere di Sant’Ermete del 21 aprile 2018 ha promosso il referendum per domenica 3 giugno per tutti i residenti maggiorenni nelle abitazioni del vecchio villaggio a lato della via Emilia. Tema del referendum è stato il progetto di riqualificazione “comunità di quartiere” proposto dal Comitato di quartiere. Tale progetto prende atto dei ritardi cronici e della mal gestione delle risorse pubbliche nel quartiere e propone delle importanti azioni ai fini di recuperare e generare nuova dignità all’ambiente e ai suoi abitanti.

Uno dei punti fondamentali del progetto “comunità di quartiere”, votato dall’80 per cento del quartiere, è quello riferito alla contrarietà assoluta nei confronti delle assegnazioni di emergenza abitativa attuate dalla Società della Salute e da Apes. Questa contrarietà ha a che fare con la storia recente del quartiere e con il fatto che i blocchi degli alloggi che dal 2016 dovevano essere demoliti sono stati invece adibiti esclusivamente all’assegnazione in emergenza abitativa di nuclei familiari numerosi in alloggi al massimo di due vani.

E’ importante sottolineare che gli abitanti hanno detto NO a nuove assegnazioni in emergenza abitativa con le modalità descritte dal protocollo del dicembre 2013.

Questo poiché le assegnazioni non sono “temporanee” ma ci sono nuclei che da anni vivono in condizioni di grave disagio per sé e per tutto il quartiere. Infatti come è possibile che, in alloggi non considerati a norma, vengano stipate tante persone, addirittura 7 in una o al massimo in due stanze? Il sovraffollamento è una grave piaga che viene reiterata dalle Istituzioni nei confronti del quartiere, e rivendicata anche pubblicamente dall’assessore Zambito, come “male minore” rispetto al “finire in mezzo alla strada”. Gli abitanti, inquilini di emergenza, non sono dei pacchi scaduti da mettere in magazzini, ma persone con diritti. Ed il quartiere di sant’ermete non vuole essere un ghetto bensì pretende rispetto e investimenti in servizi. Se la commissione tecnica emergenza abitativa valuta lo stato di emergenza di nuclei numerosi che provengono da situazioni di sfratto, non è scritto da nessuna parte che debba essere giustificato il “sovraffollamento”, come pena da scontare per i nuclei assegnatari.

Al disagio dei nuclei in sovraffollamento si somma quello di tutti gli altri abitanti che da anni aspettano la costruzione di alloggi nuovi e che si trovano a vivere in un quartiere dove gli alloggi vecchi, insalubri che rimangono vuoti vengono assegnati dalla Società della Salute senza alcun confronto con il quartiere. Recenti e purtroppo noti fatti, raccontano della rabbia degli abitanti nei confronti di situazioni derivate esclusivamente dalla mancanza di cura e attenzione da parte degli assistenti sociali che hanno assegnato alloggi vuoti in emergenza a nuclei con gravi problemi psichici e fisici e che si stanno riversando verso il popoloso quartiere con gravi ripercussioni sugli abitanti, sui bambini, sugli anziani. Il caso di una tentata molestia sessuale nei confronti di una minore da parte di una persona con gravi problemi psichici che aveva numerosi precedenti, assegnataria da pochi mesi dalla Società della Salute di alloggio in emergenza, è solo il più grave di una serie di fatti che dipendono da come le Istituzioni trattano i vecchi alloggi di sant’ermete: come una DISCARICA. Oltre al sovraffollamento quindi, anche le modalità di assegnazione da parte della Commissione tecnica emergenza abitativa descritte dal protocollo del dicembre 2013 tra Apes \ SdS vanno radicalmente cambiate.

Questa situazione DEVE FINIRE. E dopo il referendum del 3 giugno, finirà.

Noi siamo una comunità, poiché è impossibile dividerci tra assegnatari ordinari e in emergenza, tra morosi e regolari, tra italiani e stranieri. Poiché insieme siamo accomunati dalla tragedia di vivere in questi rifugi, vecchi edifici da abbattere che faticosamente si reggono in piedi, e dallo sforzo continuo che noi inquilini mettiamo nel sistemarli e nel dargli dignità al vivere associato. Tutto il quartiere si è espresso nel rivendicare pace, convivenza e diritti, e questo è possibile solo se lo Stato non aggrava i problemi esistenti, bensì se viene incontro alle esigenze dei cittadini.

Perciò chiediamo:

– di provvedere immediatamente a sanare le situazioni di sovraffollamento esistenti nel quartiere, reperendo alloggi vuoti a due stanze nel quartiere o alloggi idonei per nuclei più numerosi negli altri quartieri dove l’Apes ha alloggi sfitti.

– di revocare immediatamente il protocollo 68769 del 10\12\2013 e di avviare una confronto con la comunità di quartiere sulle assegnazioni future dei nuclei in emergenza abitativa. Vogliamo che i futuri nuclei assegnatari non siano “scaricati” nel quartiere senza neanche vedere gli alloggi prima; vogliamo essere informati e poter esprimere le nostre proposte e richieste circa chi, come e dove verrà a vivere nel nostro quartiere e dei servizi necessari atti a garantire una convivenza civile e dignitosa, e non un GHETTO.

– di bloccare immediatamente i lavori di sistemazione di nuovi alloggi sfitti e quindi di bloccare le nuove assegnazioni di emergenza abitativa, fintanto che non verranno sanate PRIMA le situazioni di sovraffollamento, e fintanto che non saranno definite per le suddette motivazioni nuove modalità di assegnazione di emergenza inclusive e partecipate dal quartiere, tramite i suoi organi rappresentativi (consiglio di quartiere)

Al fine di iniziare un rapporto positivo con le Istituzioni, chiediamo quindi:

– un incontro tecnico per definire le assegnazione di alloggi idonei per i nuclei in sovraffollamento.

– un incontro politico con i responsabili istituzionali per costruire un nuovo rapporto di partecipazione e inclusione nelle decisioni degli abitanti del quartiere, tramite il nostro organo rappresentativo democratico del consiglio di quartiere.

Pisa, 20 Giugno 2018

Comunità di quartiere Sant’Ermete