Ieri sera dibattito dei sostenitori del SI referendario alla Ctp4 di San Giusto… ma c’è chi dice NO!
I giovani del Partito Democratico avevano in programma un dibattito, alla sede della ex circoscrizione di San Giusto, sulle motivazioni del Si al referendum costituzionale del 4 dicembre. Ospite della serata Luigi Berlinguer, ex ministro dell’istruzione dal 1996 al 2000 e parlamentare europeo, promotore delle riforme che hanno introdotto l’alternanza scuola-lavoro, l’esame di stato e avviato il processo di smantellamento dell’università.
Nella sala dove si è tenuta l’iniziativa, più che i giovani democratici c’erano una ventina di persone anziane e le solite figure politiche dell’amministrazione comunale: il sindaco Filippeschi, gli assessori al sociale e all’istruzione Capuzzi e Chiofalo. Niente di nuovo insomma, il partito “giocava” in casa e il dibattito doveva flettere, tra applausi e risate, solo da una parte, quella di Renzi.
Ma Filippeschi & co non avevano fatto i conti con chi invece sta portando in giro per tutta Italia le ragioni del NO. Nella sala infatti, erano presenti anche una trentina di giovani, studenti, famiglie sotto sfratto e abitanti dei quartieri popolari che hanno voluto partecipare al dibattito pubblico per portare altri tipi di ragioni. Le motivazioni di chi dice NO sono quelle di una grande fascia della popolazione che subisce le politiche renziane del lavoro sottopagato con i voucher, con i contratti interinali o con il lavoro gratuito camuffato da stage; sono quelle di chi non può pagarsi affitti altissimi ma viene escluso con le nuove leggi regionali dai bandi per la casa popolare; sono quelle di chi viene truffato dalle banche; sono quelle di chi va a scuola e all’università e che nonostante i mille sacrifici non riesce più a vedere una prospettiva per il proprio futuro.
Dopo circa un’ora e mezzo di monologo di Berlinguer che ha illustrato le trasformazioni degli assetti politici che la proposta di riforma costituzionale andrebbe a cambiare se vincesse il Si, il dibattito è stato aperto e, a prendere subito la parola, è stato uno studente universitario che voleva porre dei quesiti ed affermare le ragioni del NO. Non sono passati neanche 2 minuti che il popolo del Pd, infastidito dalla presenza e dalla presa di parola di chi si oppone a questo referendum e a Renzi, ha interrotto prima verbalmente e poi anche con spinte e insulti, lo studente che stava parlando.
Il dibattito è stato inevitabilmente e volutamente interrotto dagli stessi membri del partito che non hanno accettato una posizione diversa dalla loro. Il Pd non può tollerare chi la pensa in un altro modo, ma soprattutto chi lo esprime.
Dopo dieci minuti di urla isteriche e di piagnistei da parte del Pd (in cui sono volate anche offese alle mamme e minacce) le trenta persone che hanno tentato di esprimere la loro opinione sul NO al referendum se ne sono andate via quando si sono resi conto che interloquire con i sostenitori di Matteo Renzi è impossibile.
Proprio Renzi qualche giorno fa aveva detto agli studenti del Sant’Anna “siate inquieti e arroganti” ma quando ad esserlo non sono i giovani che lo appoggiano parte la censura.