Nei giorni scorsi Lorenzo Bani, presidente dell’APES, aveva annunciato tramite la stampa di aver denunciato (per la quarta volta!) gli abitanti di Sant’Ermete, “colpevoli” di aver protestato negli uffici dell’azienda che gestisce le case popolari contro le assegnazioni in sovraffollamento. Il riferimento è ovviamente alla giornata del 2 luglio quando si sarebbe dovuto tenere un incontro tra Apes e Sant’Ermete proprio sul sovraffollamento; incontro che è stato annullato con un pretesto all’ultimo motivo, causando l’ira degli abitanti del quartiere che si sono comunque recati negli uffici dell’ente pretendendo come minimo che fosse fissata una nuova data.
Immediata la risposta del comitato di quartiere alle farneticazioni del Bani, che ha provato per l’ennesima volta a criminalizzare un gruppo di cittadini per nascondere i propri fallimenti. In una conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio, durante la quinta edizione della Festa del Pane, gli abitanti delle case popolari hanno illustrato per l’ennesima volta lo situazione e le proprie richieste.
Il progetto di riqualificazione giace ormai in uno stato di limbo, e viene usato come pretesto da Apes e Comune per rimandare una serie di interventi essenziali, come le manutenzioni degli alloggi abitati. Le case vuote vengono assegnate alle famiglie in emergenza abitativa spesso in sovraffollamento e senza che siano prima eseguiti i lavori di restauro; ciò avviene grazie a un protocollo di deroga firmato anche dalla Società della Salute, di cui il comitato chiede lo stralcio, perché è vergognoso che 6 o 7 persone siano costrette a vivere in due stanze.
Altro aspetto cruciale è la raccolta differenziata; entro fine giugno avrebbero dovuto installare i cestini condominiali, come in tanti altri quartieri di Pisa; anche questa è una promessa trascinata da anni ma fino a ora disattesa, che ha causato molte proteste contro Apes e Geofor.
Infine gli spazi comuni sono mantenuti dignitosi solo dallo sforzo collettivo della cittadinanza: la piazza è stata allestita con nuovi giochi, pagati dal comitato tramite iniziative di autofinanziamento, e sono gli stessi abitanti a curare il taglio dell’erba e la pulizia che spetterebbero alle istituzioni.
Tutte queste problematiche sono state evidenziate nel referendum di inizio giugno in cui, praticamente all’unanimità, il quartiere ha approvato le proposte del comitato; da quelle proposte sono partite le successive proteste, compresa quella che ha portato alla denuncia del Bani. E’ evidente quindi che il presidente di Apes, con questa denuncia, non si sta scagliando contro un gruppo di abitanti, bensì contro un intero quartiere.