Dopo quattro ore di dura trattativa le lavoratrici delle pulizie della Sodexo presso l’ospedale di Cisanello che da settimane hanno aperto uno stato di agitazione sulle condizioni di lavoro verso l’8 marzo, hanno strappato i primi risultati all’azienda. Come “Comitato sciopero 8 marzo” si sono presentate al tavolo di raffreddamento all’hotel Cavalieri, davanti alla stazione, un passaggio di prassi verso la convocazione dello sciopero dell’8 marzo, ma che comunque già rappresentava uno scoglio di lotta e un momento di scontro. La tensione era infatti alta per le vicende delle settimane precedenti che avevano visto la CGIL e altri sindacati attaccare duramente le donne in lotta autorganizzate nel comitato sciopero 8 marzo dopo la conferenza stampa che la settimana scorsa denunciava le condizioni di lavoro e le irregolarità nell’appalto di cui la multinazionale godeva rifacendosi sulle lavoratrici. La CGIL aveva promosso una campagna di dissociazione dalla lotta, intimidendo con la possibilità del licenziamento chi non si fosse dissociata dalla conferenza stampa. Per questo, prima del tavolo, anche il segretario provinciale della CISL, che si era anch’egli dissociato, è stato duramente attaccato dalle donne.
Il tavolo, sostenuto da un presidio di lotta fuori dall’hotel Cavalieri che ha bloccato per un’ora il traffico, ha sancito la disponibilità dell’azienda a trattare. I punti contesi riguardano gli aspetti su cui l’azienda risparmia sul costo del lavoro aumentando i propri profitti e peggiorando le condizioni di lavoro delle lavoratrici: il materiale, il passaggio da 3 a 6 ore per le lavoratrici part-time, schiacciate da carichi di lavoro enormi per portare a termine le mansioni ma senza ore e con un salario bassissimo, l’indennità di rischio contro le infezioni. Inoltre le lavoratrici hanno chiesto un aumento di 100 euro in busta paga da corrispondere entro l’8 marzo. “Revochiamo lo stato di agitazione se le nostre richieste verranno soddisfatte entro l’8 marzo”. L’azienda si è detta disponibile a trattare Su questi punti ma si è riservata di fornire delle risposte in un nuovo tavolo riaggiornato al 22 marzo. Per questo lo stato di agitazione prosegue: “una ragione di più per non mollare e scioperare l’8 marzo scendendo in piazza. Oggi abbiamo dimostrato che abbiamo ragione, che l’azienda è in torto e che ciò che ci spetta ci deve essere dato: lottare è giusto. Non chiniamo il capo, continuiamo”! Così hanno affermato al termine della trattativa le lavoratrici che hanno partecipato al tavolo di trattativa.