Venerdì due giugno alle ore 17, nel contesto della tre giorni di discussione “in ogni casa nessun rimorso” promossa dal movimento di lotta per l’abitare verso il corteo del 10 giugno, si terrà il dibattito “le mani sulla città”. La “location” sarà dentro l’immobile riaperto della Mala Servanen Jin in via Garibaldi 192. Pubblichiamo di seguito l’invito al dibattito.
LE MANI SULLA CITTA’. la lotta per l’abitare verso il corteo del 10 giugno.
L’emergenza abitativa nella nostra città sembra configurarsi oramai come strutturale; migliaia sono le famiglie e le persone colpite da una procedura di sfratto o costrette a indebitarsi per pagare affitti decisamente sproporzionati rispetto ai redditi. Il diritto alla casa è stato smantellato, a Pisa come in tutta Italia, a colpi di mannaia, a partire dall’abolizione dell’equo canone alla fine degli anni novanta. Per un ventennio il canone di affitto era stato regolato da una legge che ne stabiliva l’entità rispetto a determinati parametri; il ritorno al libero mercato invece ha comportato aumenti vertiginosi e totale discrezione da parte dei proprietari nell’imporre i propri prezzi. La “mano invisibile” del mercato anche in questo caso non ha mantenuto la sua promessa di portare vantaggi a tutti, ma ha garantito solo la rendita della “parte forte”, quella costituita dai proprietari e organizzata in lobby come ConfEdilizia.
La deregolamentazione del mercato abitativo ne ha fatto una pietanza appetitosa per pescecani di ogni tipo. Il confine fra rendita immobiliare e vera e propria speculazione si è fatto sempre più sottile; in un città abitata da migliaia di studenti fuori sede inoltre questo mercato si è configurato come ulteriormente “corrotto”, contrassegnato da un surplus di abusi e di “nero”.
L’attuale amministrazione è legata a doppio filo alle lobby dei costruttori alle quali ha consegnato intere aree della città permettendo loro una cementificazione selvaggia. La finanziarizzazione di questa fetta di economia ha inoltre prodotto nuove forme di speculazione: l’evasione fiscale generalizzata e dell’utilizzo di fidejussioni fasulle appaiono oggi come pratiche sistemiche (e non eccezioni nefaste) da parte dei palazzinari e dei costruttori a Pisa.
I mastodontici debiti degli speculatori sono affrontati dalla governance locale con una tolleranza che purtroppo non è concessa al resto della cittadinanza. Le famiglie e le persone su cui è scaricato il peso dell’emergenza abitativa, quelli cioè che si trovano a pagare canoni da capogiro, vengono governati principalmente tramite la retorica del senso di colpa. Chi non riesce a pagare l’affitto è accusato di incapacità e inadempienza degli impegni presi col proprietario; la crisi sistemica provocata da malagestione e speculazione viene proiettata nella responsabilità del singolo, portato a sprecare nel canone la quasi totalità del suo già scarso reddito, oppure ad indebitarsi per rimanere al passo con le mensilità da versare.
Per questo spezzare la retorica del senso di colpa diviene fondamentale; la pratica diffusa del “non poter più pagare” è oggi governata interamente da un discorso istituzionale ed una miriade di dispositivi coercitivi che riproducono la città dis-eguale: gentrificata, impaurita, securizzata, fondata sull’ingiustizia sociale e sulla sua interminabile mercificazione. Pagare il giusto, in base alle condizioni dell’immobile e alle proprie possibilità; abitare l’enorme patrimonio immobiliare sfitto (pubblico e privato); contrastare la privatizzazione della città: sono queste le direttrici attorno cui si sta costruendo un nuovo senso comune, basato sulla partecipazione attiva degli insolventi e la presa di parola pubblica dei tanti “senza voce”.
All’interno della tre giorni d’iniziativa “in ogni casa, nessun rimorso!” vogliamo costruire un momento di discussione cittadina, Venerdì 2 maggio alle ore 18, con tutti coloro che da angolature diverse sono forze attive di questa battaglia: i comitati anti-sfratto ed i sindacati degli inquilini conflittuali ai nuovi regolamenti e leggi (come quella Lupi e e quella regionale Saccardi); i movimenti di autorecupero e riappropriazione di quei “beni-comuni” di cui la politica istituzionale vorrebbe impossessarsi del brand confermando le politiche di alienazione e privatizzazione; le forze politiche alternative al Pd, che da anni si battono per mettere in luce quelle gravi collusioni “sistemiche” tra Partito Democratico, grandi Imprese e costruttori privati, che hanno determinato lo sviluppo dis-eguale della nostra città; le realtà studentesche che contrastano i vecchi e nuovi tagli sul Diritto allo Studio e le dinamiche di sfruttamneto predatorio nei confronti della popolazione studentesca.
Obiettivo della assemblea è infatti elaborare una nuova capacità critica complessiva di questo sistema che ha prodotto una “cronicizzazione” dell’emergenza abitativa e che vorrebbe ridurre a questioni di governo poliziesco e securitario le tante istanze di trasformazione sociale della città. Il tema della lotta per la casa è infatti centrale nel corteo del 10 giugno “decide la città”, contro la speculazione edilizia e la grande rendita immobiliare.