“Riteniamo inaccettabile essere privatə di momenti di confronto su argomenti così importanti e che ci riguardano in prima persona, per questo abbiamo deciso di ignorare le indicazioni della preside”. Così si conclude il comunicato del Collettivo Dini diffuso nella mattinata di lunedì 16 gennaio, a seguito della comunicazione da parte della dirigente della scuola di vietare la possibilità di tenere i laboratori del Movimento No Base e di Pink Riot – Arcigay in autogestione.
Lə studentə, appena arrivata la notizia, hanno riconosciuto la gravità della matrice politica delle scelte della dirigente, che ha giustificato il taglio dei due laboratori con una generica motivazione “tecnica”. Hanno deciso quindi di organizzarsi e di assicurarsi che i due spazi di confronto fossero garantiti.
Il lunedì il Movimento No Base ha infatti tenuto il suo laboratorio per tutto l’arco della mattinata, avendo la possibilità di confrontarsi e di approfondire con moltə studentə il grado di militarizzazione delle proprie vite e formazione, anche a partire dal chiedersi il perché di tanta ostilità da parte della scuola rispetto allo svolgimento del laboratorio stesso.
Lə studentə non si sono lasciatə intimorire dalle provocazioni della dirigenza e della rappresentanza della scuola che hanno provato ad impedire che il confronto avesse luogo, ma hanno invece continuato a portare le loro motivazioni con decisione, portando a termine entrambi i momenti di confronto previsti per la mattinata. La determinazione di chi non ha voluto abbassare la testa di fronte a decisioni ingiuste ed ingiustificabili prese sulla propria formazione ha reso possibile il passo indietro da parte della scuola, che per i due giorni successivi ha autorizzato il regolare svolgimento del laboratorio.
Restituiamo qui di seguito il comunicato completo che il Collettivo Dini si é impegnato a diffondere nella scuola prima dell’inizio dei tre giorni di autogestione, per condividere con tutta la componente studentesca la decisione politica presa in merito e la possibilità per tuttə di prendere parte al laboratorio sulla militarizzazione della formazione e la cultura della guerra organizzato dal Movimento No Base.
“Venerdì 13/01 dopo il consiglio di istituto la preside ha comunicato ai rappresentanti d’istituto che non sarebbe stato possibile tenere le aule di “No Base” e “Pink Riot” per “problemi tecnici”, senza fornire alcun tipo di spiegazione.
Il movimento No Base avrebbe trattato il tema della militarizzazione del territorio e della formazione e l’associazione Pink Riot avrebbe trattato le istanze della comunità LGBT.
Riteniamo che la “non spiegazione” fornita dalla preside sia stata fatta per mascherare una scelta politica. Pensiamo che questa decisione sia legata ad una volontà di non esporre la scuola su tematiche al centro del dibattito cittadino.
Non è la prima volta che tematiche come l’orientamento sessuale e di genere non trovano spazio all’interno della scuola; l’anno scorso infatti abbiamo occupato perché non ritenevamo accettabile il rifiuto dell’attivazione della carriera alias. (ndr la possibilità per lə studentə trans e non conformi di sostituire, almeno nel profilo burocratico della scuola, il proprio nome anagrafico con quello adottato).
Questo schema continua a ripetersi e ne ritroviamo la conferma nel fatto che quest’anno non ci é stata data la possibilità di parlare di militarizzazione per evitare che la scuola venisse associata ad una posizione contrastante a quella dell’attuale giunta comunale: il movimento No Base infatti sta portando avanti un’opposizione alla costruzione di una base militare a Pisa, appoggiata invece dal ministro della difesa e dal nostro sindaco.
Dato che riteniamo inaccettabile essere privatə di momenti di confronto su argomenti così importanti e che ci riguardano in prima persona, abbiamo deciso di ignorare le indicazione della preside: LE DUE AULE SI TERRANNO.
Se siete interessatə a partecipare a questo dibattito lunedì troverete No Base nell’aula t.04.
Collettivo Dini”