Stamattina la Piattaforma soluzioni abitative ha difeso 2 nuclei familiari dallo sfratto, una in San Marco e una a Porta a Mare. Due picchetti che hanno rinviato a metà giugno le esecuzioni. L’obiettivo è quello di far sistemare gli alloggi locati rendendoli abitabili e di ottenere nuovi contratti di affitto sostenibili tramite il bando morosità. A metà mattina, decine di persone hanno raggiunto la Prefettura, e insieme all’Unione Inquilini, Asia USB e Diritti in Comune hanno avuto un incontro con la nuova Prefetta D’Alessandro.
Di seguito pubblichiamo il comunicato della Piattaforma Soluzioni Abitative.
A venti giorni dalla mozione del Consiglio Comunale, che si impegnava a trasmettere alla Prefettura la richiesta di sospensione della forza pubblica agli sfratti, l’istituzione del Governo sul territorio ancora non si è espressa.
In questi due anni la crisi non è stata solo sanitaria ma anche economica e sociale, quest’ultima non ancora superata. Le misure tampone utilizzate in questi mesi, non hanno prodotto soluzioni ma 140 sfratti esecutivi in queste settimane.
Le istituzioni – sino a quando non metteranno in discussione la Legge 431/98, che ha annullato l’equo-canone e liberalizzato il prezzo degli affitti – , rimarranno semplici esecutori materiali delle operazioni del mercato immobiliare e del suo funzionamento oramai irrazionale da ogni punto di vista sociale.
Le misure ad oggi utilizzate per far fronte all’emergenza non solo sono inefficaci ma rappresentano un enorme spreco di denaro pubblico. Nella nostra città, la soluzione agli sfratti esecutivi e all’emergenza abitativa, è l’albergazione in B&B e Affittacamere, con un solo bagno e una sola cucina in condivisione per tutti i nuclei famigliari ospiti, senza lavatrici e spazi adeguati a famiglie con minori.
Dai dati forniti dalla Società della Salute al Comune di Pisa, riguardo il 2020 si tratta di 40 nuclei per un totale di 117 persone, nel 2021 50 nuclei per un totale di 141 persone e nei primi due mesi del 2022 le persone ospitate sono 102 di cui 48 minori.
Il dato sconcertante è l’incremento esponenziale della spesa per l’albergazione: circa 65 mila euro nel 2019, 306 mila euro nel 2020, 560 mila nel 2021 e nei primi due mesi del 2022 sono già 111 mila euro. Viene pubblicamente sostenuto che non ci sono risorse disponibili per la ristrutturazione delle case popolari ma centinaia di migliaia di euro vengono spesi senza nessuna progettualità.
Nella nostra città gli alloggi ERP vuoti nel 2021 erano 171 e la spesa preventivata per la ristrutturazione è circa12 mila euro. Con i soldi utilizzati nell’albergazione d’emergenza si sarebbero potuti ristrutturare 87 alloggi popolari creando una soluzione dignitosa e definitiva per le famiglie in emergenza e non solo.
All’incontro, durato circa un’ora e mezzo, i delegati delle organizzazioni degli abitanti ed il consigliere comunale di Città in Comune hanno rappresentato nel dettaglio le responsabilità, i problemi e le traiettorie del fenomeno della crisi abitativa nella nostra città, chiedendo alla Prefetto quale fosse la risposta alla mozione presentata all’unanimità da tutto il consiglio comunale di richiesta di sospensione degli sfratti.
La Prefetta ha risposto in modo netto ed esaustivo: la sospensione della forza pubblica per gli sfratti non sarà fatta poiché tutte le prefetture d’Italia sono state diffidate dalle organizzazioni nazionali dei proprietari ad attuarle. La commissione prefettizia territoriale prevede già una graduazione selettiva della forza pubblica in base alla fragilità del nucleo e un provvedimento di blocco generale sarebbe un segnale politico contrario al diritto di proprietà che, senza una copertura del governo centrale, non può essere attuata. Di conseguenza il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza valuterà caso per caso le situazioni di sfratto, in base alle richieste pervenute dalla commissione territoriale. Il 12 maggio si terrà un tavolo presieduto dalla stessa Prefetta alla presenza di Sindaco, Regione, Servizi Sociali per capire quali e quante risorse potranno essere utilizzate per sbloccare gli alloggi.
Il fatto è che la crisi abitativa non è dovuta a “sventura” ma rappresenta l’esito preciso di rapporti sbilanciati tutti a favore del mercato immobiliare.
Con questa dichiarazione la prefettura appare decisa a continuare a far scaricare il costo della mala gestione abitativa sulla maggior parte degli inquilini considerati morosi incolpevoli. L’incontro si è quindi concluso senza alcun accordo, rilanciando con ancora più forza e determinazione le lotte per abbassare gli affitti, difendersi dagli sfratti e per controllare l’utilizzo e la destinazione dei fondi pubblici.