Un paracadutista, uno dei militari attivi nell’ambito dell’operazione Strade Sicure, per sorvegliare le zone ritenute più critiche della città, come Piazza dei Miracoli. E invece durante i turni di pattuglia nei pressi della Torre pendente, questo tutore della sicurezza era solito taglieggiare una ragazzina rom, costringendola ripetutamente a versargli denaro, minacciandola di allontanarla, accusarla di furti e farle passare guai. Un comportamento non episodico, ma più volte ripetuto, in cambio di somme miserabili (pare 140 euro in tutto), quindi più per esercitare vigliaccamente il proprio potere, che per ricavarne veri privilegi.
Tutto questo è stato ricostruito dalle indagini e dal successivo processo avvenuto col rito abbreviato che ha visto arrivare una condanna a due anni per corruzione. Ancora uno schiaffo, dunque, per la retorica che vede la presenza sempre più ingombrante di militari e forze dell’ordine come sinonimo di sicurezza.