Un’altra giornata di lotta per il diritto alla casa ha attraversato oggi la nostra città; un gruppo di famiglie in emergenza abitativa si è prima radunato in San Giusto per respingere uno sfratto, e poi si è recato in protesta alla sede dei servizi sociali in via Saragat.
Klodian, Letafet e i loro figli, che per l’ennesima volta hanno dovuto affrontare la visita dell’ufficiale giudiziario presso la loro casa in San Giusto sono solo uno dei tanti, troppi casi di sfratto ed emergenza legata alla casa. L’operato dei servizi sociali si limita ormai a provare a elemosinare qualche mese di rinvio ai proprietari per poi offrire qualche giorno di affittacamere alle famiglie dopo lo sfratto. La graduatoria definitiva per gli alloggi popolari era stata annunciata molti mesi fa, ma ancora non vede la luce; altre misure sbandierate a più riprese dalle istituzioni, come l’Agenzia Casa, in realtà sono solo aria fritta visto che non c’è nessuno sforzo da parte delle istituzioni stesse nel reperire gli alloggi necessari. Anche le misure più miserabili, come i contributi straordinari all’affitto, sono sempre più esigue e risicate. A fare da padroni sono dunque i grandi proprietari e le agenzie immobiliari che possono continuare a lucrare indisturbati su un diritto fondamentale.
Per tutti questi motivi dopo la riuscita del picchetto anti-sfratto questa mattina la mobilitazione si è spostata ai servizi sociali. Alcune famiglie avevano incontri programmati con i propri assistenti sociali, ma soprattutto hanno deciso di provare a portare una rivendicazione collettiva, quella cioè di essere ricevute dalle commissioni ERP ed emergenza abitativa per discutere di soluzioni non più tampone e individualizzate, ma di lungo respiro.
Le dirigenti del servizio hanno quindi dovuto accogliere questa richiesta e inoltrarla agli altri membri delle commissioni; bisogna ora attendere che venga fissata una data per l’incontro, sperando che qualcosa finalmente si smuova, mentre nelle prossime settimane i picchetti continueranno a essere l’unico argine agli sfratti, sempre più numerosi e inesorabili.