Tre anni fa si disputava ad Empoli, in campo neutro, la partita di serie B tra Pisa e Brescia. A poche centinaia di metri dallo stadio, si incontravano nella stessa strada le due tifoserie rivali. A seguito di qualche tafferuglio, quasi un centinaio di tifosi pisani vennero “deportati” nella questura di Firenze. Seguirono 8 arresti e decine di daspo per i tifosi nerazzurri. Consigliamo la ri-lettura di questo articolo sulla descrizione dei fatti .
La lotta ai daspo aveva coinvolto l’intera città: “Pisa non si piega”, lo slogan ripetuto fuori e dentro lo stadio, divenne il simbolo della lotta contro l’ingiustizia subita e la forza di cui un’intera tifoseria e città si dotarono. Lotta che oltre ai daspo dovette fare i conti con un presidente latitante ed una società in fallimento cacciata via dagli stessi tifosi.
Adesso a distanza di tre anni e dopo che tantissimi tifosi coinvolti stanno ancora scontando il divieto di accedere allo stadio, una sentenza del tribunale ha sancito, finalmente, l’assoluzione dal reato per cui erano stati accusati. Martedì, in occasione della partita Pisa-Empoli, prima della partita si potrà firmare l’adesione alla nuova campagna dei tifosi per far annullare i daspo.
Di seguito pubblichiamo il comunicato della Curva Nord Maurizio Alberti:
A seguito dei fatti di Pisa-Brescia, ad Empoli, furono diffidati oltre ottanta appartenenti alla Curva Nord, alcuni per cinque / otto anni e con l’aggiunta dell’obbligo di firma. L’ovvia contestazione ai provvedimenti emessi dalla Questura di Firenze si concretizzò in varie forme di protesta, dagli striscioni, agli scioperi, alle firme, e fu organizzata e promossa per far emergere, principalmente, due valori: verità, e giustizia.
La verità nel frattempo è emersa, perché, con una sentenza, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, su richiesta del P.M., ha disposto l’archiviazione del procedimento in corso per circa sessanta tifosi neroazzurri coinvolti. Nel dispositivo si legge chiaramente che non ci fu nessuna premeditazione, per gli scontri, tanto meno assalti dai cespugli, come fantasiosamente ricostruito dalla Questura e, a seguito, riportato da alcuni organi di stampa poco inclini a verificare le notizie: l’incontro tra le due tifoserie viene definito “non voluto e fortuito”. In quanto “non voluto” (perlomeno dalle tifoserie), il fatto che alcuni indagati si trovassero a capo coperto non determina (si legge chiaramente) la configurabilità del reato di travisamento. In più, P.M. e Giudice sono concordi nel rigettare le modalità di riconoscimento adottate dagli investigatori. “Molte volte”, non lo diciamo noi, ma la sentenza, “l’attribuibilità della condotta personale.. non si basa su un riconoscimento diretto, ma su una valutazione induttiva basata su identità di maglietta, pantalone, corporatura, allo stato non dirimente, in quanto i tifosi vestiti in modo simile erano oltre duecento”.
La verità, la nostra versione, è emersa, quanto meno per un cospicuo numero di tifosi, circa sessanta, i cui nominativi sono riportati sul dispositivo. Manca ancora la giustizia. Perché tutti questi ragazzi, assolti dal Giudice, continuano a non poter entrare allo stadio ? Perché la loro posizione, relativamente al Daspo, non viene riconsiderata ? Per riportare attenzione sulla vicenda, adesso che la nostra non è più una ricostruzione o una versione dei fatti, ma LA versione dei fatti, effettueremo iniziative e una nuova raccolta di firme la cui calendarizzazione sarà poi comunicata nel dettaglio; siamo già in grado di affermare, però, che banchetti e moduli saranno presenti martedì sera, agli ingressi dell’Arena Garibaldi, nel pre-gara di Pisa-Empoli. Chiediamo solidarietà e un piccolo sforzo da parte di tutti i pisani per questi cittadini e tifosi ancora ingiustamente esclusi dalle partite sebbene assolti dai procedimenti a loro carico. Libertà per gli Ultras.
I gruppi organizzati della Curva Nord Maurizio Alberti