Centinaia di persone si sono riunite in piazza XX settembre ieri, nonostante la pioggia, per esprimere solidarietà al modello di accoglienza i Riace. La piccola città calabrese ormai non è più nota in tutta Italia solo per le due statue di bronzo, ma è anche divenuta simbolo di integrazione reale, mettendo in piedi un modello che viene guardato con interesse in tutto il mondo, poiché è riuscito a salvare interi quartieri dallo spopolamento e scongiurare la chiusura delle scuole.
Proprio per questo motivo prima Minniti e il Governo Renzi, adesso Salvini, stanno cercando in tutti i modi di sabotarlo. L’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari per il sindaco Mimmo Lucano pare assolutamente pretestuosa e basata su un fragilissimo impianto accusatorio. Il Ministro degli Interni ha però colto la palla al balzo, annunciando il taglio dei finanziamenti per Riace e la proposta di trasferire (deportare) buona parte dei suoi abitanti verso altri centri.
Anche per opporsi a questa ipotesi si sono tenute mobilitazioni in molte città d’Italia, fra cui Pisa. A poche ore dal termine del presidio è giunta la notizia della scarcerazione di Lucano, accompagnata però da una nuova misura cautelare: il divieto di dimora a Riace. Continua quindi l’accanimento per neutralizzare il sindaco e destabilizzare il suo progetto di integrazione.