E’ stato realizzato e pubblicato dalla Nazione un libricino dal titolo “Pisa non si piega. Dalla Resistenza alla Liberazione, sei mesi in trincea” dedicato alle travagliate vicende societarie e alle mobilitazioni che le hanno accompagnate. Questo prodotto editoriale ha visto la collaborazione anche di mister Gennaro Gattuso ed è stato presentato venerdì nel palazzo del Comune alla presenza, fra gli altri, del calciatore Andrea Lisuzzo e del sindaco Marco Filippeschi, per essere messo in vendita a partire dai giorni successivi.
Questa operazione è stata fortemente contestata dai gruppi della Curva Nord; in un comunicato (che riportiamo integralmente qui sotto) hanno spiegato di aver proposto di destinare il ricavato in beneficienza, ma di non essere stati ascoltati. Hanno perciò preso le distanze dalla Nazione, intenzionata a speculare su una vicenda che ha visto i tifosi e la loro determinazione come protagonisti assoluti.
Ancora una volta la Curva si dimostra attenta nel prendere posizione sulle questioni che riguardano la squadra e la città; oltre al discorso economico, però, ci pare che ci siano una serie di altri problemi relativi a questa pubblicazione che andrebbero evidenziati.
“Pisa non si piega”, prima di rappresentare la parola d’ordine dell’intera comunità calcistica cittadina, è nato come slogan in sostegno agli otto arrestati e alle decine di denunciati in seguito ai disordini di Pisa-Brescia. In quell’occasione, è bene ricordarlo, i principali quotidiani cittadini giocarono un ruolo centrale nel tentativo di criminalizzare gli ultras e l’intera tifoseria, fomentando deliranti ricostruzioni di agguati e cespugli, e dando pochissimo spazio ai comunicati scritti dai gruppi della Nord per far luce sull’accaduto. Il giornale che adesso dà alle stampe “Pisa non si piega” non ha esitato un attimo all’epoca nel prendere parte alla “caccia alle streghe” contro gli ultras; il sindaco che adesso si rivendica le mobilitazioni degli ultimi mesi, dopo i fatti di Empoli parlò della necessità di “punire i tifosi violenti”.
Tutto ciò è molto più grave se pensiamo che, mentre la Nazione prova ad appropriarsi di questo slogan, otto persone sono ancora sotto processo e tante altre probabilmente riceveranno una denuncia per quei fatti; sulle decisioni dei giudici potrebbe pesare anche l’ignobile cagnara messa su dalla stampa per vendere due copie in più.
Quello che sta avvenendo non è solo una speculazione economica, è una vera e propria operazione di “normalizzazione”; si ripercorre una vicenda collettiva che ha riguardato migliaia di persone, rendendola compatibile, narrandola in modo da cancellare le parti più scomode, trasformandola in un prodotto di consumo, buono per essere venduto.
Pisa, negli ultimi anni, è stata tutt’altro.
Pisa negli ultimi anni è stata un inquietante laboratorio di dispositivi repressivi legati allo stadio, prima con i Daspo di piazza e poi con la minaccia di un colossale Daspo di gruppo per i fatti di Empoli. “Pisa non si piega” è stata prima di tutto la decisione di stringersi attorno agli otto arrestati di Pisa-Brescia, di respingere al mittente la divisione fra tifosi buoni e cattivi messa in atto da Sindaco, Prefetto, Questura e stampa. “Pisa non si piega” non è stata una campagna di opinione, è stata una lotta, fatta anche di blocchi stradali, occupazione dei binari della stazione, manifestazioni, minaccia di impedire le partite; in molti di questi momenti il Prefetto additava i tifosi come criminali e il Sindaco si nascondeva e non rilasciava dichiarazioni, per paura di perdere consensi.
“Pisa non si piega” è stata anche la scelta di forme di illegalità, quando si era consapevoli di essere nel giusto.
Per questo è importante, ora più che mai, difendersi da avvoltoi e sciacalli; da chi vuole appropriarsi di questa storia collettiva, trasformarla in una favoletta per le masse, e rivenderla per trenta denari.
PISA NON SI PIEGA!
Comunicato dei gruppi della Curva Nord del 20/01/2017
Come esposto ai diretti interessati oggi in Comune, durante la presentazione del libro “Pisa non si piega” realizzato da La Nazione, teniamo a fare delle dovute precisazioni su questo libro. Nessuno di noi sapeva della sua realizzazione, e nonostante diverse foto e racconti che ci riguardano in prima persona, nessuno è stato avvertito. Passando sopra a questa mancanza di rispetto, quello che ci ha fatto veramente incazzare è che il libro andrà in vendita nelle librerie, si dice addirittura di “tutta Italia”, al prezzo di euro 9,90. La nostra richiesta è stata chiara: levate le spese, tutto il ricavato deve andare in beneficienza, nessuno può guadagnare e speculare sulla storia e sui sentimenti di un’intera città. La risposta è stata NEGATIVA, e solo una parte irrisoria andrà in beneficenza perché “anche i proprietari delle librerie hanno una famiglia da mantenere”. Questa la risposta..! È palese e anche superfluo rimarcare che ci sembra un’enorme cazzata, che non sarà la vendita del libro a sollevare le sorti delle famiglie dei librai!! Per noi il ricavato di un libro del genere dovrebbe andare tutto in beneficienza e abbiamo proposto di devolverlo alle popolazioni terremotate, di fare un progetto o qualcosa in quella zona martoriata giornalmente da tragedie. Sicuramente avremmo trovato mille modi di divulgare il libro senza nessuno che ci guadagnasse sopra, siamo sicuri che tantissimi (da bar , circoli, punti vendita dei biglietti , edicole e librerie..) avrebbero raccolto il nostro invito ..
Per questi motivi prendiamo totalmente le distanze da questo libro e per questo invitiamo tutti a NON COMPRARLO quando verrà messo in vendita.
I GRUPPI DELLA CURVA NORD “MAURIZIO ALBERTI”