Giovedì 17 Marzo, ore alle 19.00 al Teatro Lux, Piazza Santa Caterina, Pisa, sarà presentato il libro “Al Palo della Morte”. Saranno Presenti:
-Giuliano Santoro – giornalista autore del libro.
-Sonia Paone – docente di Sociologia Urbana presso al Facoltà di Scienze Politiche.
-Un attivista del Progetto Prendocasa.
Qui una descrizione del libro:
Roma, nella testa di molti abitanti del centro, finisce al Pigneto. Per questo capita di sentire domande come: «Per andare a Tor Pignattara faccio il Raccordo?». Tanti romani non hanno idea di dove sia Tor Pignattara, non sanno che si trova proprio a due passi dal Pigneto e dai suoi aperitivi. Ogni quartiere col nome di una torre è già al Palo della morte.
Il Palo della morte. Così il personaggio interpretato da Carlo Verdone in Un sacco bello chiama il luogo di estrema periferia dove ha appuntamento con un amico titubante, per partire alla volta di Cracovia. Oggi, nel multiforme slang della capitale, indica un luogo remoto, in un imprecisato hinterland.
Tor Pignattara è un quartiere romano di confine, frontiera non soltanto urbanistica e sociale, ma anche culturale e immaginaria. È qui che negli ultimi giorni dell’estate 2014 viene ucciso Shahzad, giovane pakistano. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. Pochi giorni dopo, viene arrestato il padre del ragazzo. È accusato di concorso e istigazione all’omicidio.
La morte di Shahzad è il prologo di una stagione, quella dei pogrom razzisti nelle periferie romane, delle scoperte su Mafia Capitale, delle convulsioni politiche che scuoteranno a lungo la città.
Come un artificiere con una bomba lasciata sul marciapiede, Giuliano Santoro fa brillare la vicenda di Shahzad – l’arrivo a Roma, la vita di stenti, la ricerca di conforto nella religione, il fatale giro in tondo che lo porta all’incontro col suo assassino – e ne insegue le schegge in ogni direzione. Da un caso di cronaca, seguito mentre refluiva nel tran tran di una città che ogni giorno rumina ben altro, si allarga un vortice che trascina nelle pagine migranti, sottoproletari, giovani precari, ronde per la “sicurezza”, neofascisti di ieri e di oggi, un’opinione pubblica ossessionata dal “degrado” e dal “decoro”… ma anche formidabili esperienze di meticciato e solidarietà.