Martedì 6 febbraio dalle ore 18.30 alla Libreria Popolare Paulo Freire presso lo Spazio Antagonista Newroz si terrà la presentazione del libro “Grand Hotel Coronda – Racconti di prigionieri politici sotto la dittatura argentina, 1974-1979“, insieme all’ospite Sergio Ferrari.
Di seguito riportiamo il testo dell’evento
“Martedì 6 febbraio presentiamo con Sergio Ferrari il libro Grand Hotel Coronda – Racconti di prigionieri politici sotto la dittatura argentina, 1974-1979.
All’interno del ciclo “internazionalismo e organizzazione politica” e continuando ad approfondire le lotte di liberazione carcerarie ne parleremo con Sergio Ferrari, militante politico ed ex prigioniero politico di Coronda da cui è stato liberato nel 1978. Da allora vive in Svizzera dove è stato sindacalista ed è giornalista.
Argentina, anni Settanta, un clima repressivo sfociato nel colpo di stato militare e nella successiva dittatura: desaparecidos, torture, prigioni sono altrettante storie di lotta e resistenza. Con Sergio Ferrari parleremo della militanza e della lotta in Argentina ieri e oggi.
“Coloro che hanno preso la decisione di torturare gli uomini, di condurli sino alla follia e assassinarli non saranno mai coloro che scriveranno l’ultima pagina della storia. I ricordi sovversivi dei sopravvissuti di Coronda denunciano i loro torturatori. Gli ex prigionieri hanno ottenuto giustizia e i criminali sono stati condannati. Inizia, così, una nuova pagina: che non trionfi mai l’oblio, che non si ripetano più gli atti disumani che sono stati commessi in quell’orribile carcere argentino. Grand Hotel Coronda, un libro indispensabile.” (Leonardo Boff, teologo) “Questa testimonianza dei prigionieri di Coronda è un nuovo contributo al riscatto della memoria collettiva, che respira nascosta sotto l’amnesia imposta.” (Eduardo Galeano, giornalista e scrittore) “Questo libro rappresenta un atto di grande generosità. La generosità della memoria che non è mai un dovere, specie per chi ha attraversato i territori più estremi del dolore, ma una scelta, un cammino, un dono.” Don Luigi Ciotti, presidente Associazione Libera “Non ci sentiamo vittime della nostra storia. Siamo stati e continuiamo ad essere attori sociali che desiderano cambiamenti strutturali, da costruire con la gioia della consapevolezza umana. Ed è per questo che, sebbene alcune di queste pagine riflettano sofferenze molto profonde e assenze insostituibili, l’umorismo, come appare nella maggior parte del racconto, è sempre stato un’arma letale contro i nostri carnefici.” (Gli Autori, Collettivo El Periscopio)”