Venerdì 21 ottobre alle ore 17.00, presso l’aula multimediale di Palazzo Ricci (Facoltà di Lettere), il Collettivo Universitario Autonomo presenta il libro “Universitaly. La cultura in scatola” di Federico Bertoni. All’iniziativa, oltre all’autore, sarà presente anche una docente di lettere del liceo scientifico Pesenti di Cascina.
“Perché un luogo di elaborazione e di trasmissione della conoscenza diventa uno straordinario concentrato di stupidità, in cui l’automazione frenetica delle pratiche svuota di significato le azioni quotidiane?
Questa è la domanda fondamentale da porre all’università italiana del XXI secolo”.
Iniziò tutto con il 3+2. Ciò che dopo i cicli di movimento dell’Onda siamo stati abituati a considerare le macerie dell’università ha rappresentato in realtà un grande processo di ristrutturazione di un’istituzione fondamentale. Il funzionamento della macchina è stato scambiato per la macchina stessa. A essere stracciate le ambizioni, gli interessi, gli investimenti soggettivi di quanti l’attraversano.
“Drogata da un falso miraggio efficientista, l’università sta svendendo l’idea di cultura e la ragione stessa su cui si fonda, ostaggio passivo e consenziente di indicatori astrusi, procedure formali, parole vuote che non rimandano a nulla e che si possono manipolare in base a interessi variabili – eccellenza, merito, valutazione, qualità, efficienza, internazionalizzazione”
Dopo il tentativo beffa di rilancio voluto dalla CRUI con la primavera dell’università, il libro di Federico Bertoni, docente di Teoria della letteratura all’Università di Bologna, tenta una diagnosi dall’interno dei meccanismi che oggi producono alienazione e disaffezione nei confronti dell’università. Come riaprire un dibattito dai possibili punti di resistenza e rottura in grado di ridiscutere il destino di questa istituzione diventata una macchina terribile di distruzione di capacità più che di accrescimento di queste e di autonomia?