Il Coordinamento dei quartieri popolari, composto dai comitati di Gagno, Sant’Ermete, Cep e San Giusto, si è trovato alle 9 di questa mattina di fronte alla sede della Società della Salute di via Saragat. È stata una giornata di mobilitazione con tanto di tende, gazebi, tavoli e striscioni contro la negazione dei contributi economici per le famiglie in difficoltà.
Il presidio di stamani è stato organizzato dopo che negli scorsi giorni, durante i colloqui con gli assistenti sociali, era emerso dagli stessi dipendenti della Società della Salute che la commissione indigenza settore minori del mese di aprile sarebbe stata bloccata e quindi i contributi per bollette e buoni spesa alimentari non sarebbero stati erogati nel mese di maggio.
Il motivo è sempre lo stesso: “per problemi di budget e di scarse risorse questo mese non possiamo portare le famiglie in commissione per valutare i sussidi da erogare”. Questa è la scusa che gli assistenti sociali hanno dato a centinaia di famiglie.
Verso le 11 l’assessore al sociale Sandra Capuzzi e il direttore Giuseppe Cecchi hanno incontrato una delegazione di manifestanti. Durante l’incontro i rappresentanti dei Comitati hanno contestato ai diretti responsabili istituzionali la chiusura delle commissioni ma anche i regolamenti interni che prevedono per ogni famiglia il diritto a sole tre quote annuali di 200 euro l’una.
“Sono troppo pochi i soldi pubblici messi a disposizione delle famiglie in difficoltà che rischiano il distacco del contatore dell’acqua, della luce e del gas” dicono i manifestanti. “I dirigenti della Società della Salute e l’assessore dicono sempre che le risorse sono poche e quindi devono fare i tagli. Che iniziassero a tagliarsi gli stipendi”.
La rabbia del presidio è ulteriormente aumentata quando durante l’incontro l’assessore Capuzzi ha dichiarato che le commissioni non sono state mai chiuse, accusando gli assistenti sociali di aver detto il falso e dunque hanno invitato gli utenti a procedere con delle denunce.
Il presidio non si è fatto prendere in giro dallo “scarica barile” dell’assessore che colpevolizza i dipendenti della Società della salute senza assumersi nessuna responsabilità. Quindi a incontro terminato i manifestanti hanno iniziato a promuovere un’assemblea tra utenti e lavoratori dei servizi sociali.
Adesso le parti politiche e dirigenziali della Società della Salute dovranno iniziare a prendersi le proprie responsabilità sia nei confronti degli utenti che dei lavoratori. I primi sono schiacciati dalla crisi e non trovano risposte ai propri bisogni in questo servizio. I secondi non sono messi in condizione di svolgere il proprio lavoro a causa dei continui tagli ai budget e delle direttive dirigenziali che invitano al risparmio (cioè ridurre i contributi).
Il presidio è terminato nel pomeriggio e i manifestanti hanno promesso di tornare e dare battaglia in queste sedi.