Ieri 30 ottobre sciopero nazionale dei rider. Centinaia di lavoratori e lavoratrici di Deliveroo, Uber Eat, Just Eat, Glovo hanno fermato le consegne, occupato le piazze e bloccato i Mc Donalds in molte città d’Italia. Al centro delle proteste la sospensione del nuovo contratto collettivo nazionale rider firmato poche settimane fa da Assodelivery (Associazione nazionale di categoria dell’industria del food delivery) e Ugl (sindacato minore scelto apposta per firmare il contratto truffa).
Questo contratto introdurrà una nuova modalità di assegnazione delle consegne mediante il sistema del free login: se prima c’era il sistema, già competitivo, della prenotazione delle ore di lavoro tramite statistiche, da lunedì 2 novembre in qualsiasi momento ci si potrà connettere all’applicazione e iniziare a lavorare. Ciò produrrà un sovraccarico di rider rispetto agli ordini per cui lavoreranno tutti molto poco o nulla.
Oltre a questo verrà introdotto un compenso minimo per “ora lavorata”: il tempo considerato sarà quello in cui si sta consegnando e non in cui si è a lavoro. Ad esempio se sono online per un’ora ma faccio una consegna da 15 min (tempo stimato dall’azienda!) il minimo che guadagnerò sarà 2,75€ lordi ossia un quarto d’ora di lavoro considerato effettivo.
Molti aspetti del contratto sono ancora molto ambigui, ma quello che è certo è che sarà preservato il cottimo sotto altra forma e che i guadagni saranno minori.
Per la prima volta ieri anche a Pisa molti e molte riders hanno scioperato, autorganizzandosi in modo spontaneo tramite passaparola. Una ventina di riders tra Deliveroo e Glovo si sono trovati in piazza dei miracoli e hanno rifiutato le ordinazioni per 1 ora e mezza intasando l’algoritmo delle applicazioni, ritardando significativamente le consegne o addirittura facendole eliminare dal sistema. Nonostante fosse il primo sciopero pisano c’era molta carica ed entusiasmo accesi anche dalla dimensione nazionale della protesta.
E’ emerso con rabbia e determinazione quello che i rider dicono da anni: non è solo un lavoretto!
Ormai sono tanti anche a Pisa ad aver aperto la partita Iva per poter lavorare, a sostenere una famiglia, a dover portare a casa uno stipendio decente con un lavoro precario e a cottimo. In più sono tantissimi e tantissime persone migranti a lavorare nel food delivery. Per questo altre due rivendicazioni storiche ribadite a livello nazionale sono la possibilità di poter rinnovare il permesso di soggiorno e l’applicazione del contratto collettivo nazionale della logistica e trasporti.
Il nuovo contratto è l’ennesimo schiaffo in faccia ai rider che nonostante la situazione difficile durante la pandemia stanno continuando a lavorare. Il food delivery è ormai un servizio essenziale a tutti gli effetti, come tutta la logistica, ma continua ad essere regolato da contratti truffa. Di fatto da sfruttamento regolarizzato.
Le mobilitazioni continueranno, la lotta è appena iniziata!