Questa mattina diverse decine di persone, student*, lavoratori*, forze politiche solidali, vicin* di casa di Gigliola, hanno difeso uno sfratto in centro a Pisa. Avevo raccontato la storia di Gigliola in questo articolo. Un picchetto colorato e determinato nonostante la pioggia e l’avara arroganza della proprietà che pretendeva di rinviare lo sfratto a gennaio nonostante abbia ottenuto il pagamento della morosità da questo mese sino al 2024. Nessuno e nessuna si è fatta intimorire dalla presenza della forza pubblica e dalle vuote esecuzioni e chiacchiere dell’ufficiare giudiziario.
Lo sfratto è stato rinviato al 2024 e la lotta per la casa a Pisa ha ottenuto un risultato di giustizia e una grande espressione di dignità.
Riportiamo di seguito il comunicato diffuso dalla Piattaforma Soluzioni Abitative.
Sono le 8.15 minuti di mattina di venerdì 23 dicembre, in via La Pergola a Pisa. Più di 70 persone sono presenti. Ci sono vicini di casa di Gigliola, tra cui altri affittuari dello stesso proprietario che aveva ordinato per oggi l’esecuzione giudiziaria. Ci sono i compagni e le compagne di scuola del nipote. Ci sono le altre famiglie sotto sfratto. Ci sono solidali, sindacati inquilini e gli attivisti e le attiviste di Diritti in comune. L’ufficiale giudiziario arriva da solo, senza avvocato né proprietario. alle sue spalle il personale della Digos e alcune volanti di Polizia e carabinieri. Ha in mano la notifica del rinvio dello sfratto, data febbraio 2023. Ma dopo un’ora di estenuante trattativa è stato ottenuto 1 anno e tre mesi di rinvio, da dicembre 2022 a marzo 2024. Come è stato possibile?
Dal 28 novembre – giorno del primo accesso dell’ufficiale giudiziario – lo sfratto di Gigliola è diventato di dominio pubblico. Giornalisti di testate nazionale l’hanno intervistata e soprattutto il passaparola di questo sfratto di natale è arrivato fino ai palazzi del potere. Lo scandalo che ha generato è dovuto a diversi fattori.
Primo, per il periodo natalizio. Lo sfratto è un trauma psicologico e sociale, avere scelto di farlo il 23 dicembre è stata una decisione dettata dalla volontà di umiliare e peggiorare ulteriormente le fragilità di un nucleo familiare già gravato da numerosi problemi. Questa violenza ha provocato uno sdegno unanime. Gigliola dal 2009 ha versato 750 euro al mese per dieci anni, per una casa classificata al catasto come A4, ovvero abitazione di tipo popolare. Una casa dove le manutenzioni straordinarie non sono state eseguite e per la quale il proprietario Mazzarosa ha vantaggi fiscali. Ma i prezzi rimangono altissimi. Il comune è intervenuto già con due contributi per ristorare il marchese di 24 mila euro. Pisa è diventata capitale italiana degli sfratti perchè i grandi proprietari immobiliari, si parla di una minoranza che possiede dai 50 ai 150 immobili locati o tenuti abbandonati, non hanno intenzione di abbassare affitti libero mercato diventati insostenibili per gli inquilini.
Secondo, per la richiesta di sospensione di forza pubblica agli sfratti, votata all’unanimità dal consiglio comunale e rimasta ad oggi inevasa dalla prefettura. Ieri Forza Italia di Pisa, tramite i suoi capigruppo, ha fatto un comunicato dove ribadisce la necessità di far applicare la mozione per la sospensione degli sfratti al 28 febbraio. Se anche una forza politica della maggioranza di centrodestra, espressione della borghesia cittadina, fa queste richieste, significa che la tensione sociale è arrivata alle stelle ed è necessario un nuovo accordo tra inquilini e proprietari. A gennaio sono previsti altri decine di sfratti esecutivi nei confronti di famiglie che sono in graduatoria, ma alle quali il Comune nega l’assegnazione degli alloggi pubblici. Dall’8 novembre il presidio permanente in sant’ermete ha messo in luce l’esistenza di duecento abitazioni popolari tenute disabitate e dal 16 dicembre è iniziato materialmente l’auto-recupero di tre stabili abbandonati di alloggi comunali. Le case ci sono, e devono essere subito assegnate. Su questo punto la contraddizione tra sfratti in affitti privati e alloggi pubblici non consegnati a nuclei che aspettano da anni in graduatoria, è diventata inaggirabile.
Terzo. Per la crescita della sindacalizzazione autonoma degli inquilini e delle inquiline. Gigliola ha affrontato questa procedura di sfratto studiando in prima persona i contratti concordati che aveva sottoscritto, studiando i bandi della morosità che avevano permesso l’elargizione di fondi pubblici al marchese. Studiando le regole dell’accatastamento degli immobili locati che permettono vantaggi fiscali per i proprietari. Assieme ad altre persone. Questo è il sale della democrazia: mettere in discussione il potere diventato abuso nei confronti del diritto alla casa. L’ufficiale giudiziario stamani ha sostituto la data dell’esecuzione dello sfratto da febbraio 2023 a marzo 2024 solo e soltanto perchè Gigliola ha documentato in modo ufficiale l’accordo sottoscritto dalla proprietà, proposto dall’ufficio casa di Pisa. L’inquilina pagherà trenta euro al mese su 716 euro che il Comune verserà per tutto il periodo come indennità di occupazione, e Mazzarosa deve revocare il pignoramento di 62 euro mensile per le morosità pregresse, già saldate dall’inquilina. Lo sfratto di oggi è stato rinviato perchè le ragioni degli inquilini tenute invisibili per molto tempo sono diventate rivendicazioni di una lotta di massa.