Di seguito il comunicato:
Nel corso dell’ultima settimana il governo turco ha iniziato una nuova offensiva di bombardamento nel territorio della Siria del Nord-Est e del Kurdistan Iracheno.
I bombardamenti hanno colpito scuole, ospedali, centrali elettriche, silos per il grano, in tutte le principali città del Rojava, in particolare a Kobane e Qamishlo ma anche nella parte Kurdo-irachena.
Ancora una volta le forze turche hanno deciso di colpire la popolazione civile, che, come nel 2019, è vittima non solo dei bombardamenti ma anche del silenzio della comunità internazionale, nonché del nostro governo. Non si ha ancora una stima rispetto ai morti e feriti causati da questi bombardamenti che non si fermano.
È ben noto ormai che nella zona del Kurdistan Iracheno le forze turche utilizzano armi di tipo chimico sempre ai danni della popolazione civile e della guerriglia. Il popolo curdo sta subendo un vero e proprio genocidio sia da parte del governo iraniano che da parte di quello turco, non solo attraverso i bombardamenti ma anche a causa del controllo delle risorse e delle infrastrutture.
L’invasione militare turca minaccia violentemente l’esperienza politica e sociale del Rojava (Siria del Nord est), esempio luminoso di una società ecologista, che mette al centro l’autonomia delle donne e organizza forme efficaci di autogoverno e di democrazia diretta, nella convivenza tra popoli di etnie e religioni differenti e che è riuscita a sconfiggere l’isis.
La comunità internazionale continua a non prendere nessun tipo di posizione rispetto a questi ultimi attacchi, non soltanto verso i bombardamenti ma anche verso le violazioni dei diritti umani che avvengono all’interno della Turchia e dell’Iran.
Infatti le rivolte che hanno invaso le strade di Teheran sono un chiaro segnale, in particolare da parte delle donne, di opposizione totale a regimi settari ed autoritari. In questo momento, in cui i riflettori sono puntati sul conflitto Russo-Ucraino, è importante non fare passare nel silenzio i bombardamenti di questi ultimi giorni.
Erdogan in questo scacchiere internazionale cerca di mostrarsi come un uomo di pace, ma questo è totalmente contraddittorio rispetto al suo operato e pericoloso perché porta ad una normalizzazione dei bombardamenti sulle popolazioni, oltre a guadagnarsi la legittimità di poter assumere politiche genocide e di annessione dei territori confinanti.
Già si preannuncia un’operazione via terra, segno di una guerra che non avrà fine in breve tempo.
Come società civile da sempre in solidarietà con la popolazione curda siamo fortemente preoccupatə per gli ultimi attacchi e ci teniamo a ribadire la nostra totale contrarietà alla guerra. Per questo abbiamo deciso di organizzare due momenti pubblici all’interno dell’Università in cui sensibilizzare e raccontare quello che sta avvenendo in Rojava e nel Kurdistan iracheno.
Giovedì 1 dicembre si svolgerà il primo appuntamento: un’assemblea pubblica cittadina, presso il polo Carmignani, con la quale rilanciare tutte e tutti insieme mobilitazioni e azioni in solidarietà verso la popolazione curda e contro la guerra. E’ tempo di agire!
Qui l’evento Facebook in aggiornamento
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