Dal primo ottobre i sette operai interinali presso la Iscot in appalto alla fabbrica di pulizie industriali Sole di Pontedera avrebbero dovuto prendere regolarmente servizio dopo la lotta vittoriosa che, a colpi di scioperi, blocchi e presidio permanente aveva ottenuto la stabilizzazione dei contratti. La mattina al primo turno è successo però che due dei sette operai sono stati fermati dalla guardia e invitati con una lettera aziendale a non presentarsi a lavoro e a restare a casa retribuiti fino a nuove comunicazioni. Nel frattempo un nuovo interinale è stato assunto per coprire il monte ore mancante per la non entrata in servizio di uno dei due operai.
“E’ una situazione assurda – dice uno dei due operai – si tratta di una ritorsione del padrone di Sole, numero due di confindustria, che non ci vuole in mezzo alle scatole nei capannoni per paura che anche gli interinali suoi inizino a pretendere migliori condizioni. Preferiscono tenerci a casa pagati pur di non stare in fabbrica con i nostri colleghi, vi rendete conto? Questa è una discriminazione: ci hanno proposto di tutto pur di non venire a lavoro: trasferimenti e altri sotterfugi. Ma noi abbiamo fatto una lotta e ottenuto il di poter lavorare qui senza più il ricatto del contratto interinale. Abbiamo il diritto di entrare in fabbrica”.
Durante la lotta che nelle settimane precedenti aveva piegato Sole e Iscot i committenti hanno lamentato l’inaffidabilità della produzione di Sole la quale, basando il proprio profitto sulla produttività degli interinali sotto ricatto e perennemente illusi di una futura stabilizzazione, ha provato a scaricare sugli stessi operai il costo della lotta. Da una parte ha minacciato le rescissione dell’appalto con Iscot se avesse fatto lavorare i due operai protagonisti tra gli altri della lotta e dall’altra ha mandato a casa 27 interinali diretti Sole con la scusa del calo di lavoro a causa della lotta.
“Questa è una balla. Si tratta di una rappresaglia a danno degli operai e che mira a spaventare chi con la nostra lotta ha intravisto la possibilità di migliorare anche la propria condizione. Noi eravamo interinali come quegli altri. Adesso è arrivato il momento di unirsi e rispondere assieme. Noi non possiamo cedere: abbiamo il diritto di lavorare là dentro, non c’è alcun motivo perché solo in due non si prenda servizio. Per questo sabato noi tutti ex interinali Iscot abbiamo ripreso lo sciopero e da oggi rimonteremo il presidio fuori dai cancelli. Sarà battaglia”.