Un ennesimo giro di dichiarazioni incrociate da parte dell’amministrazione e di politici varii investe il quartiere di sant’Ermete e il progetto delle nuove case popolari. Ma al centro dei blocchi delle case costruite nel dopoguerra in via Emilia resta solo un cantiere un fantasma. Niente case. Tutto fermo. Gli abitanti hanno questo pomeriggio ripreso parola sulla situazione del quartiere.
“Sulla nostra strada abbiamo trovato mercanti di promesse, intenzionati a vendere l’aspettativa della costruzione di nuove case popolari, in cambio di mostruosi progetti di appalto, varianti urbanistiche, controllo sociale. Da mercanti a truffatori i politici che governano la città non hanno avuto vita facile. Noi che viviamo il quartiere abbiamo riabitato case tenute volutamente sfitte, difeso i “morosi dagli sfratti, contestato la validità del contratto di locazione a fronte della decadenza dell’assegnazione. Abbiamo inseguito i responsabili delle aziende pubbliche e delle istituzioni cittadine, pretendendo risposte e informazioni tenute nascoste.”
“Alle promesse elettorali non ci crediamo più – continuano – La politica come ricatto, con le loro decisioni che viviamo noi sulla nostra pelle: sovraffollamento, lettere di ingiunzione allo sfratto, cambi alloggio. Il piano di riqualificazione del quartiere si è palesato per quel fallimento che è sempre stato. Si palesa così la loro misera strategia: spopolare il quartiere di residenti “assegnatari”, allungare i tempi di costruzione facendo ridurre il numero degli abitanti anziani che potranno traslocare nei nuovi aloggi, costruire solo il primo lotto e abbandonare ogni altro intervento di recupero dell’area. Tutto questo non fa che aumentare i problemi del nostro quartiere e di chi ci vive, denigrando chi lotta per vivere meglio etichettandoli come incivili.
L’inaffidabilità delle istituzioni ha portato un pezzo consistente di quartiere ad organizzarsi da sé: “costruiamo il nostro Piano dei lavori per la vita di questo quartiere, lontano anni luce dal loro Progetto di distruzione territoriale e comunitaria”. Nella giornata di oggi per mettere in comunicazione queste energie con altre esperienze di lotta alle 16 verrà ospitato nel quartiere nei pressi dello spazio popolare occupato un dibattito per conoscere due lotte popolari che hanno fatto crescere il movimento degli abitanti a difesa di territori: la lotta contro i Treni ad Alta Velocità, in Val di Susa e contro il progetto dell’aeroporto Notre Dame des Landes, in Francia.
“Esattamente come il People Mover nella nostra città, queste Opere pubbliche sono inutili e dannose per le persone, ma necessarie per le tasche di coloro che comando in questo sistema.
Unire le persone, proteggere e aumentare il valore di ciò che ci fa stare bene, studiare, formarsi, partecipare e lottare in comune: questi sono i nostri obiettivi!”