Sant’Ermete: Scandalo sulla costruzione di alloggi pubblici, il Segreto di Pulcinella dei ribassi

Le garanzie alla ditta che ha vinto l’appalto del palazzo “crollato” in Sant’Ermete erano state date dalla Marino costruzioni, consorzio edile indagato per traffico e interramento di rifiuti tossici sotto case in costruzione nel comune di Opera (MI).

A 5 settimane dal “crollo” della facciata del palazzo dei 39 alloggi, martedì 28 novembre dalle ore 13.30 alle 15.30 la Commissione consiliare del comune di Pisa “garanzia e controllo” ha incontrato la comunità di quartiere di sant’ermete. Più di cinquanta abitanti hanno partecipato alla seduta straordinaria convocata “in loco” per ascoltare il grido di rabbia e le rivendicazioni del quartiere più martoriato della città di Pisa. Per le istituzioni erano presenti i consiglieri di tutti i partiti sia della maggioranza che della minoranza. Questo incontro è avvenuto dopo che questa commissione – che ha come scopo il controllo sulle società partecipate dal comune di Pisa, come Apes – per due volte, il 7 e il 14 novembre, aveva discusso “on line” con responsabili dell’Azienda delle case popolari e del Comune di Pisa in merito alle “cause” ed ai “rimedi” relativi al crollo della facciata delle case popolari del quartiere.

Cosa abbiamo scoperto.

Sotto la struttura di legno realizzata dagli abitanti, la comunità di quartiere ha preso parola evidenziando che da più di un mese del fatto la facciata non è stata ancora ripristinata e i lavori non sono ancora iniziati. I danni ed i disagi per i residenti sono numerosi, in aumento e le richieste di esonero dal canone di affitto, risarcimento e ripristino dei lavori in sicurezza sono ad oggi senza risposta. Il mancato ripristino in sicurezza della facciata sta causando infiltrazioni di acqua e di umidità all’interno degli appartamenti confinanti con la parete rimasta senza intonaco. Chi paga per questi problemi?

Ma il continuo sgretolarsi dell’abitabilità e della sicurezza degli alloggi “nuovi” di sant’ermete ha delle precise cause, che abbiamo ricostruito ed esplicitato a tutti i commissari comunali.

  1. Pro.ter, la ditta che nel 2018 ha vinto l’appalto di costruzione dei due blocchi di 39 e 33 appartamenti, l’ha fatto con un ribasso del 2 per cento su una gara formulata da Apes già ribassata del 43% dal preziario della regione toscana.
  2. Questo ribasso “imposto” da Apes era stato contestato da alcuni ingegneri di Apes stesso, ma il Direttore generale di Apes dell’epoca, l’autorizzò con una circolare che non risulta agli atti della commissione.
  3. La Pro.ter ha svolto le lavorazioni del cantiere dei 39 alloggi e quello dei 33, abbandonato a metà da giugno 2021, risparmiando su materiali e sulle professionalità.
  4. I controlli e i collaudi da parte dell’ente pubblico, evidentemente, non sono stati fatti nella maniera opportuna, se solo ad un anno e mezzo dalla consegna questi appartamenti crollano.
  5. Gli inquilini del quartiere assieme al comitato, già dal maggio 2022 hanno segnalato e contestato vizi e problematiche di costruzione all’interno e all’esterno degli alloggi: sugli impianti elettrici e idraulici e sulle pendenze dei pavimenti. Nessun intervento significativo ha migliorato queste situazioni (i riscaldamenti ancora non funzionano).

La domanda – retorica – che la comunità di quartiere ha rivolto alla commissione comunale è stata: come è possibile che l’edilizia residenziale pubblica bandisca per milioni di euro una gara ad un ribasso così alto e “non si accorga” delle problematiche che ne conseguano? Come fa una ditta a “vincere” una gara con prezzi così bassi ed assicurarsi la capacità di portare a termine i lavori che interessano un quartiere che da 12 anni aspetta una riqualificazione integrale?

La risposta è semplice. Nessuno dei vertici aziendali ha avuto l’interesse a terminare i lavori “a regola d’arte”. La Pro.ter ha vinto l’appalto bandito da Apes solo grazie all’“avvalimento” (la garanzia) data da un altro consorzio edile che – sulla carta- avrebbe dimostrato di possedere capacità finanziarie, di mezzi e di professionalità atte a intervenire sul cantiere laddove Pro.ter ne avrebbe avuto necessità.

Ma. Il Consorzio in questione, abbiamo scoperto, che doveva esserne garante, è la Marino Costruzioni S.r.l. E negli stessi anni che il cantiere di sant’ermete andava a rilento e veniva costruito “al risparmio”, i vertici aziendali della Marino costruzioni, assieme ad alcuni politici di comuni italiani, venivano indagati e arrestati, per traffico e smaltimento illeciti di rifiuti tossici, che venivano interrati sotto cantieri in costruzione di case in comuni del nord Italia, e per lo scandalo “mascherine”.

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/opera-inchiesta-rifiuti-antonino-nucera-107046eb

https://www.affaritaliani.it/milano/inchiesta-mascherine-marino-costruzioni-era-negli-appalti-neve-di-milano-733119.html?refresh_ce

Inoltre, poco tempo dopo l’aggiudicazione dell’appalto della Pro.Ter, la Marino Costruzioni “scioglie” il contratto di avvalimento con la Pro.Ter. E infatti la ditta non riesce a portare a termine il lavoro, e soprattutto quello che fa, lo fa male.

La cosa che ci fa più rabbia è che tutto questo è avvenuto sotto il naso delle amministrazioni pubbliche che nel frattempo “rassicuravano” gli abitanti, invece di prendere seriamente in considerazione le nostre rivendicazioni.

Il punto sulla riqualificazione.

Alla Commissione consiliare di “garanzia e controllo” abbiamo ricordato che senza il coinvolgimento attivo dei residenti e degli inquilini delle case popolari, nessuna operazione di riqualificazione dell’edilizia pubblica è destinata ad andare a buon fine. Perchè gli inquilini non sono solo i destinatari di questi progetti, ma anche i finanziatori – tramite tasse e lavoro – e gli esecutori “informali”. Dopo 4 messi di blocchi stradali e proteste dal febbraio al giugno 2022, le istituzioni avviano un Tavolo politico con la nostra comunità di quartiere. A fine luglio di quell’anno, Regione Toscana, Comune di Pisa e Apes con nuovi volti rispetto alle amministrazioni precedenti, si presentano sotto la stessa tettoia autocostruita dagli abitanti e prendono precisi impegni.

  1. nuovo masterplan rispetto a quello originario, oramai fallito con il contenzioso che ha abbandonato il cantiere della Pro.Ter, che prevede la demolizioni di due stecche di alloggi e la ristrutturazione integrale dei tre blocchi di case di via sirtori, secondo le necessità degli inquilini che aspettano le nuove case da anni e con la garanzia della copertura finanziaria da parte di Regione, Comune e Apes.
  2. Ultimazione con nuovo bando di gara non più al ribasso dei 33 alloggi lasciati a metà della ditta, e sistemazione dei problemi già sorti sulle case appena consegnate dei 39.
  3. individuazioni delle soluzioni normative per esonerare dell’affitto ingiusto gli abitanti che per anni hanno vissuto in alloggi malsani senza manutenzioni da parte dell’ente gestore.
  4. Condivisione del progetto di autorecupero proposto dalla comunità di quartiere sulle decine di case sfitte presenti nella parte di sant’ermete non investita da progetti di riqualificazione.

Dopo un anno e mezzo da quel Tavolo, gli abitanti hanno fatto la propria parte, costituendosi in associazione di promozione sociale, prendendosi cura assieme e circa trenta nuclei familiari delle case lasciate all’abbandono, segnalando e rimediando in parte alle tante problematiche sorte nei nuovi appartamenti, e soprattutto continuando a costruire comunità in un luogo distrutto e lasciato desolato. La commissione ha preso atto dello stato di degrado estremo nel quartiere e dell’opera di intervento sociale e di manutenzione atto a garantire la “sopravvivenza” civile. La tensione oggi non più sopprimibile deriva dal fatto che sull’unica opera realizzata dal progetto di riqualificazione iniziale, il blocco dei 39 alloggi, sono venuti a galla tutti i problemi denunciati nel corso di questi dieci anni, e che sugli altri punti, dall’auto-recupero alla costruzione dei nuovi alloggi, il tempo di attesa è diventato insostenibile. Per questo serve subito un cambio di passo: c’è un’emergenza che deve essere affrontata (dopo 5 settimane dal crollo la parete è ancora scoperta), e c’è la nostra volontà a non essere presi più in giro di fronte alle gravissime implicazioni tra imprese criminose e sistema pubblico di edilizia residenziale pubblica.

Serve fare luce, serve verità, giustizia e riparazione per la distruzione che Sant’Ermete ha vissuto in questi anni. Abbiamo preteso dalla Commissione la convocazione del Tavolo con tutte le amministrazioni e ad Apes e comune l’intervento immediato per portare a termine gli impegni presi in questo anno e mezzo. Il tempo è scaduto.