Questa mattina e per tutto il giorno una trentina di corrieri di una ditta che ha l’appalto al magazzino Amazon di Montacchiello, ha incrociato le braccia, sostenuti dalla Uiltrasporti che ha convocato l’intera giornata di sciopero.
Le motivazioni per cui i drivers hanno scioperato sono molteplici e si protraggono ormai da diverse settimane: i carichi di lavoro sono aumentati da gennaio in termini di pacchi da consegnare assegnati ad ogni corriere. Questo sta determinando un minore impiego di “rotte” (zone assegnate ad ogni singolo lavoratore) e quindi la ditta che ha l’appalto considera il proprio personale in esubero ed ha così aperto la cassa integrazione. In realtà i lavoratori non sono in esubero: i carichi di lavoro così distribuiti causano maggiore stress e lavoro sotto pressione; una maggiore causalità di incidenti sul lavoro perchè la sicurezza ed il rispetto del codice della strada è compromessa. Tutto in nome del risparmio. I dipendenti di questa azienda denunciano anche una disparità di condizione, svantaggiosa rispetto ai drivers di altre aziende dell’indotto Amazon. “Se danneggiamo i furgoni ci viene applicato in busta paga il risarcimento danni di 500 euro per pagare la franchigia, nelle altre aziende in caso di incidente pagano la metà, adesso siamo tutti indebitati“. Inoltre nelle buste paga vengono riscontrate delle irregolarità: “tutti gli altri drivers ricevono una integrativa regionale di 56 euro prevista dal CCNL, perchè noi no?”.
I lavoratori e le lavoratrici in sciopero chiedono quindi una redistribuzione dei carichi di lavoro, in modo così da garantire il rispetto delle ore contrattuali in tutto l’indotto e sia per poter lavorare senza ansie e pressioni da parte dei datori di lavoro. La cassa integrazione pagata al 70% sommata ai debiti contratti per il pagamento dei danni sta notevolmente diminuendo lo stipendio dei lavoratori che oggi hanno scioperato.