Lo scorso 14 marzo si è tenuto un senato accademico straordinario di UniPi, convocato a gran voce dal Rettore come “aperto”, per discutere delle rivendicazioni portate avanti dallə studentə che in queste settimane e mesi si sono mobilitatə a sostengo della Palestina. La seduta è durata quasi 10 ore, durante le quali un numeroso e determinato presidio, composto da alcune centinaia di studentə è rimasto sotto il Palazzo della Sapienza, per continuare a far sentire la propria voce e provare ancora una volta la volontà di dare battaglia.
Di seguito riportiamo il comunicato di Studentə per la Palestina sugli sviluppo di quella giornata.
Oggi [giovedì 14 marzo] come studentə per la Palestina abbiamo portato le nostre rivendicazioni all’interno del Senato Accademico che in queste settimane è stato promosso dal Rettore dell’Università di Pisa come “aperto”. In centinaia abbiamo deciso di portare le nostre voci al senato, che si è rifiutato di sostenere l’”apertura” tanto enunciata, non permettendo a tuttə di assistere allo streaming della seduta. Ma all’interno di quell’aula alcunə di noi c’erano e hanno portato alta la voce di tuttə lə studentə che in questa università non accettano la complicità nel genocidio del popolo palestinese. E soprattutto al suo esterno per nove ore abbiamo sostenuto le nostre posizioni, facendo pesare la nostra presenza nelle decisioni.
Abbiamo chiesto all’ateneo di prendere posizione sul genocidio in atto. Abbiamo chiesto che l’università di Pisa – in accordo con quanto detto dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia – affermasse pubblicamente che tutte le istituzioni, a partire dalle università stesse, devono mettere in atto misure concrete al fine di evitare i possibili atti genocidari ai danni della popolazione palestinese. Il Senato si è rifiutato di riportare la definizione proposta dalla stessa Corte Internazionale di Giustizia. L’Università di Pisa si è ancora una volta rifiutata di fornire le parole per descrivere quanto sta accadendo. Ha ancora una volta scelto l’omertà e la silente complicità.
MA Lə STUDENTə PER LA PALESTINA HANNO RAGGIUNTO DEI RISULTATI, OTTENUTI SOLO CON LA NOSTRA DETERMINAZIONE, RABBIA E MOBILITAZIONE!
L’Università di Pisa si impegnerà ad aprire dei corridoi universitari per studentə delle scuole e università palestinesi e rivedrà la definizione di antisemitismo a cui l’ateneo aderisce, che in questo momento vede la coincidenza tra l’antisionismo e l’antisemitismo.
Saranno discussi in delle commissioni apposite gli accordi con le aziende che direttamente o indirettamente contribuiscono alla guerra, tra cui ENI, che in questo momento ha dei giacimenti nei territori palestinesi occupati illegalmente da Israele.
Molto importante è la vittoria della garanzia per la sospensione della didattica per le prossime assemblee di dipartimento, che si terranno in tutti i dipartimenti a partire dalla prossima settimana. Questo significa avere la possibilità di costruire spazi democratici di confronto tra studentə su quanto sta succedendo in Palestina e su come organizzarsi nella nostra Università e città tutta.
Inutile dire che questo non ci basta, ma è un passo avanti che ci dà ancora più rabbia e forza per continuare a lottare e moltiplicarci: da qui in avanti continueremo a discutere, organizzarci e mobilitarci per la Palestina con ancora più determinazione, fino alla fine della complicità, fino alla fine del genocidio!
Di fronte a migliaia di persone e studentə che hanno manifestato nelle ultime settimane, questa Università NON CI RAPPRESENTA. Solo noi studentə per la Palestina conosciamo i nostri obiettivi e possiamo continuare a lottare per realizzarli, incontriamoci, confrontiamoci e mobilitiamoci nelle prossime settimane!
Per la libertà di tuttə, Palestina libera!
Studentə per la Palestina