E’ ancora il capoluogo toscano a essere teatro di un omicidio ai danni di un lavoratore senegalese. A tanti anni di distanza dai tragici eventi del dicembre 2011, quando un fascista di CasaPound aprì il fuoco sui venditori ambulanti uccidendo due persone e ferendone altre, la storia sembra ripetersi. Nel pomeriggio di ieri un uomo di 54 anni, Idy Diene, senegalese residente a Pontedera, nei pressi di Ponte Vespucci, è stato ucciso con sei colpi di pistola da un italiano, Roberto Pirrone.
La dinamica, secondo le prime ricostruzioni, sembrerebbe oltremodo folle: Pirrone ha dichiarato di essere uscito per suicidarsi ma di non aver trovato il coraggio; ha pensato quindi di rivolgere la sua arma verso un passante.
La risposta della comunità senegalese è stata segnata dalla rabbia e dal dolore; in tanti si sono radunati in strada, muovendosi in corteo selvaggio, fino a Palazzo Vecchio. Di fronte all’indifferenza delle istituzioni, la rabbia si è trasformata in rivolta: per diverse ore la manifestazione è continuata con fiorire rovesciate nelle vie del centro, blocchi stradali e delle rotonde, tensione con le forze dell’ordine.
Vergognose le dichiarazioni del sindaco Nardella che ha posto l’accento sugli oggetti danneggiati durante il corteo più che sul nuovo omicidio razzista avvenuto nella sua città. Daltronde stiamo parlando dello stesso uomo che dopo lo stupro di due studentesse americane commesso da due carabinieri di pattuglia, commentò dicendo che gli studenti dovrebbero consumare meno alcol.
Dalle ore immediatamente successive ai fatti, ancora una volta la stampa e la politica si sono sbracciate per negare la matrice razzista dell’omicidio: “è il gesto di un folle” “ha colpito nel mucchio, poteva uccidere chiunque” sono le frasi più ricorrenti. La verità è che nell’Italia di Matteo Salvini e di Luca Traini, per tanti folli, razzisti, frustrati, la vita di un “negro” assume sempre meno valore.
I senegalesi di Firenze, amici e parenti di Idy Diene, hanno capito perfettamente che dietro a questo omicidio si celano anni di propaganda razzista, accentuati nelle ultime settimane di campagne elettorale, e contro tutto questo ieri hanno scatenato la loro rabbia; e che si tratta di un omicido razzista lo hanno capito anche tanti degli analisti che, in malafede, si affannano in queste ore per negarlo.
Pubblichiamo di seguito un video della redazione di Firenze dal Basso