Pubblichiamo di seguito un articolo di Exploit Pisa che esamina alcuni dispositivi recentemente messi in atto dalla governance contro le lotte sociali, dal tentativo di imporre una fidejussione di 5000 euro per la manifestazione del Canapisa, all’utilizzo dei Daspo di piazza.
Il 28 maggio dalle 16 alle 00, potrà sfilare per le strade di Pisa la decennale pacifica street parade promossa dall’Osservatorio Antiproibizionista-Canapisa Crew, che come ogni anno porterà in città migliaia di persone da tutta Italia, unite dall’opposizione contro le norme fortemente restrittive in materia di uso e consumo di sostanze stupefacenti, norme queste che ormai da decenni caratterizzano il nostro paese.
Tuttavia, fino a qualche giorno fa, l’evento ha subito l’ennesimo tentativo di blocco da parte delle istituzioni. Infatti, il comune di Pisa, nella figura di Susanna Falsetti, ha notificato agli organizzatori una imbarazzante fidejussione di 5000 euro, a garanzia di eventuali danni prodotti durante la manifestazione. Un’azione, questa, che non ha precedenti nei fatti. Fortunatamente, la caparbietà che caratterizza chi ogni anno costruisce questo spazio di partecipazione ha portato – così si apprende dalle parole del prefetto Visconti – all’autorizzazione del corteo anche senza la polizza richiesta dalle istituzioni.
Ciò non toglie che il tentativo del comune è un fatto gravissimo, e non è l’unico. Si nota come Pisa, a partire dall’inizio di quest’anno, si stia trasformando in un laboratorio di sperimentazione di nuove forme di repressione del dissenso e del diritto a manifestare le proprie idee. Se il tentativo contro il Canapisa fosse andato in porto, questo avrebbe costituito un precedente molto grave, che avrebbe potuto mettere in difficoltà tutte le realtà politiche auto organizzate che non dispongono di somme ingenti, come quelle richieste, andando a ledere l’agibilità politica generale. E comunque, con tono intimidatorio, il prefetto non manca di ricordare che il corteo sarà scortato per tutto il tragitto, con continui controlli a tappeto sui manifestanti. L’azione contro il Canapisa, non è l’unico inquietante provvedimento sperimentato nella nostra città in questi ultimi mesi. L’altro protagonista è il cosiddetto “Daspo di Piazza”, per il quale, partecipando ad una manifestazione, si rischia di ricevere l’interdizione dagli stadi e dalle zone limitrofe eventi sportivi, perché giudicati “soggetti pericolosi”.A Pisa le notifiche di Daspo sono arrivate a ben 8 persone: 2 a seguito dell’occupazione di un aula comunale il 13 N scorso, per la legittima richiesta di riqualificazione delle case popolari in Sant’ Ermete; altre 6 dopo la manifestazione del 14 N scorso contro la xenofobia dei Giovani Padani. Ad oggi tutti i Daspo sono stati notificati e dureranno per 1 anno. Una limitazione ingiusta della libertà di muoversi in città, attraverso un semplice – quanto scellerato – atto amministrativo, che potrebbe far nascere un’altra pericolosa normativa, ovvero Daspo Urbano: impossibilità di attraversare alcune zone della città, o addirittura l’allontanamento da questa.
Per non parlare poi delle politiche antimovida, che a breve riempiranno, come ogni estate, le pagine dei quotidiani locali con nuove e brillanti ordinanze per il decoro, e della progressiva militarizzazione delle strade, limitante per il diritto di movimento di chi vive tutti i giorni, le strade di questa città.
Oltre all’ovvia solidarietà che rivolgiamo a tutte le vittime delle restrizioni alla libertà, crediamo sia sempre più urgente una riflessione sulle nuove forme che assume il governo repressivo della città. Tra le pistole in università, le ingiustificate e violente cariche e i recenti esperimenti normativi atti a violare arbitrariamente la libertà di espressione, stiamo assistendo ad una nuova deriva autoritaria nella gestione dell’ordine pubblico, che punta a spaventare i tant* che a Pisa lottano e si attivano per il cambiamento. La risposta a questi attacchi del potere non può che essere la messa in comune delle forze e delle intelligenze, forti della ricca articolazione di movimento che le tante realtà cittadine costruiscono ogni giorno.