Da due giorni gli abitanti del quartiere di Sant’Ermete bloccano in entrambi i sensi di marcia l’accesso del cavalcavia come forma di protesta nei confronti dei promessi e mancati lavori di messa in sicurezza della principale via di accesso al quartiere. La protesta cresce e non accenna a fermarsi. Oggi è previsto il terzo giorno consecutivo di blocco. Riportiamo di seguito il comunicato dello Spazio Popolare Sant’Ermete sul significato della lotta.
Il Comitato Popolare di Sant’Ermete prosegue la sua lotta per ottenere la messa in sicurezza del cavalcavia che congiunge il quartiere con quello della Cella e con il resto della città. Dopo l’assemblea pubblica di giovedì 18, è partita la settimana di blocco totale della passerella per un’ora al giorno, da lunedì 22 a venerdì 26, tutti i giorni dalle 17 alle 18.
Questa è la risposta che si vuole dare a chi per troppo tempo non ha saputo capire l’urgenza e la necessità dei lavori da effettuare su quel tratto di strada. Dopo più di un anno e mezzo di segnalazioni continue sulla pericolosità del cavalcavia e dopo innumerevoli incontri con il Comune, la Prefettura e il Gruppo delle Ferrovie, la risposta che ci è stata data è stata ridicola e insoddisfacente: a maggio l’amministrazione ha fatto posizionare lungo la carreggiata degli occhi di gatto catarifrangenti e due cartelli con il limite di velocità a 30 Km/h.Niente a che vedere con l’individuazione di un vero percorso ciclo-pedonale protetto e separato dal flusso veicolare e, soprattutto, nessuna soluzione perla carenza enorme di illuminazione del tratto centrale, il più pericoloso.
Si blocca perché si è stanchi di non essere ascoltati e stanchi di vedere come l’amministrazione ignori non solo le dirette richieste dei cittadini, ma anche le mozioni approvate congiuntamente dai Consigli Territoriali di Partecipazione n.3 e n.4 e dimentichi di aver approvato un ordine del giorno riguardante il cavalcavia di Sant’Ermete col quale si impegnava a “stanziare nella prima variazione di bilancio del 2015 le risorse necessarie per realizzare i primi urgenti provvedimenti finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza per il transito di pedoni, delle biciclette e dei veicoli (ad esempio: la realizzazione di un marciapiede anche da un solo lato della carreggiata, all’adeguamento della segnaletica e dell’illuminazione stradale, a sistemi di rallentamento ad effetto ottico e/o acustico) in attesa di realizzare quelle opere strutturali necessarie a garantire un percorso ciclo pedonale sull’intero cavalcavia”(estratto dell’o.d.g presentato da Una città in comune- PRC e approvato).
Appare quindi impensabile che si possa continuare ad accettare di attendere dei lavori che non vengono mai realizzati e di sentirsi dire, tramite stampa, che l’investimento per la messa insicurezza è corposo ed ammonta quasi a due milioni di euro e ad oggi le risorse non ci sono. Sappiamo tutti che le risorse di cui dispongono i comuni oggi sono poche e limitate, ma la rabbia aumenta ancora di più quando ci si rende conto che non è una questione di cifre, ma di volontà e di capacità. La volontà perché, da abitanti di Pisa, sappiamo bene in quali lavori sono stati destinati i finanziamenti fino ad oggi, lavori come il People Mover, il porto turistico di Marina e molti altri che hanno fatto solo ingrossare le tasche dei soliti speculatori. E la capacità di saper amministrare bene, caratteristica che manca a chi gestisce gli appalti e i lavori pubblici in questa città, visto che con molta probabilità oltre alle penali pagate per i lavori di piazza Vittorio Emanuele II e per altri cantieri, vedremo altri 2,9 milioni di euro andar via per l’incapacità di chi ha gestito e diretto il rifacimento della residenza in via F. da Buti.
Ben vengano i rilevamenti della Polizia Stradale effettuati subito dopo il primo pomeriggio di blocco, in modo che venga ribadito da più voci che non si può più tardare coi lavori. Anche gran parte degli automobilisti costretti a deviare il loro abituale percorso hanno espresso la piena solidarietà con la protesta, consci di dover sempre prestare tantissima attenzione per non investire qualche pedone o ciclista quando attraversano il cavalcavia.
I tempi per dei lavori di rifacimento completo sono lunghi, ma il pericolo è sempre presente, per questo c’è necessità di un’immediata messa in sicurezza temporanea, realizzabile ad esempio istituendo un senso unico alternato regolato da semaforo. Le possibilità sono molteplici e di sicuro più efficaci della promessa di una sfrondata di alberi e di un taglio dell’erba, che a dirla tutta rientrano nelle manutenzioni ordinarie di qualsiasi strada.
Questa settimana di blocchi saranno un banco di prova, se al termine non si otterranno fatti concreti, la protesta potrebbe assumere anche un carattere permanente, con il blocco totale del traffico sul cavalcavia non più soltanto per un’ora. Il tempo delle scuse è terminato, ora ci vogliono risposte e fatti.