Stamattina, mercoledì 29 novembre, decine di studentə dell’Università di Pisa si sono radunate all’ingresso del JobMeeting di UniPi per boicottare e denunciare la presenza di stand di aziende belliche al suo interno.
Il JobMeeting è l’annuale fiera che l’Università organizza per avviare lə studentə al mondo del lavoro e, come in passato, anche quest’anno non sono mancate proposte di orientamento esplicitamente connesse all’apparato industriale militare. Tra le decine di aziende proposte dall’Università, erano presenti MBDA, Rheinmetall e Defence Tech.
MBDA è un’azienda europea che opera in tutti i settori militari (terra, aria e acqua), terza produttrice di missili al mondo e prima nel nostro continente; Defence Tech è un’azienda che sviluppa tecnologie di supporto ai sistemi di difesa militare e che lavora in appalto per la Leonardo Spa, potente e nota azienda bellica partecipata al 30% dallo stesso Ministero della Difesa italiano; Rheinmetall, infine, è la più importante industria militare tedesca, famosa per la produzione di carri armati, tra cui i tank Leopard, acquistati anche dallo stato italiano la scorsa estate per 4 miliardi di euro.
In forme differenti, queste aziende sono legate al genocidio in Palestina, per il supporto ad aziende direttamente coinvolte (come la Defence Tech, appaltatrice di Leonardo SpA) o per la vendita di armi a Israe (come MBDA), o ancora per la speculazione che da questo massacro le industrie traggono (come la Rheinmetall, che ha visto le proprie azioni alzarsi dell’11% dal 7 ottobre).
Lə studentə solidali con la Palestina e contrariə alla guerra si sono mobilitatə per boicottare questo vergognoso “jobmeeting della guerra”, con grande consenso e solidarietà di moltə altrə studentə che partecipavano all’evento, e denunciare l’ipocrisia dell’Università che, mentre racconta una versione di sé come baluardo della pace e del dialogo tra culture, avalla e promuove il mercato delle armi che più di tutti è causa e beneficiario dell’escalation bellica globale.
La maschera dell’Università di Pisa, grazie alla lotta e all’indisponibilità di tantə studentə sta calando sempre di più, mostrando un’accademia profondamente legata alla guerra, alla sua cultura e ai suoi interessi.