La settimana per il clima, è culminata ieri 27 settembre con il terzo Climate Strike, il terzo sciopero per chiedere risposte e fatti sui cambiamenti climatici.
La settimana è stata intensa e ricca di eventi e azioni come flash mob, lezioni, assemblee, cineforum. La partecipazione al corteo è stata altissima: oltre 5mila persone, in larga parte giovani e giovanissimi hanno attraversato le strade della città.
Il corteo si è concentrato in Piazza Guerrazzi alle ore 9, per poi avviarsi su Viale Bonaini, la via delle scuole, riempiendosi metro per metro di ragazzi, decisi e consci della situazione di emergenza in cui si trova il nostro pianeta. Il corteo poi si è girato in Vittorio Emanuele per immettersi in Corso Italia.
Alle Logge, sotto il comune, ad aspettarli c’erano 13 classi delle elementari accompagnate dalle maestre che hanno preso la testa del corteo, cantando cori scritti da loro. In questo momento di incontro è stato attaccato uno striscione sul loggiato comunale che denuncia il negazionismo dell’amministrazione.
Superato il ponte di Mezzo c’è stata un’altra azione contro la banca Unicredit che investe 1.700 miliardi di euro nel settore dei combustibili fossili, fregandosene degli accordi di Parigi.
Il corteo è confluito verso Lungarno Pacinotti dove davanti al Rettorato, in presenza del rettore Paolo Mancarella viene fatto un intervento sulle grandissime contraddizioni dell’università: il sostegno alla manifestazione e alla questione ambientale è totale, almeno è quello che lui dice, ma quando degli studenti, come quelli del collettivo Eigenlab, provano a installare dei pannelli solari nei loro spazi vengono vietati con ripercussioni verso gli studenti.Numerosi sono stati i cori e i fischi e il rettore ha annunciato sui giornali che l’università si sta adoperando e attrezzando per renderla più ecologica, ma fino ad ora fatti non ce ne sono.
Il corteo entra in via Santa Maria per poi finire in Piazza Cavalieri, intorno alle 11.30 per gli interventi finali. Nonostante la pioggia, partita da lì a poco, numerose persone sono rimaste ad ascoltare.
Strumentalizzazioni politiche e greenwashing istituzionale non sono mancate: Rettore, Sindaco, assessori e compagnia cantante non hanno mancato di esprimere il loro sostegno e la loro solidarietà alla manifestazione e “ringraziando ” i numerosi ragazzi che hanno partecipato.
Non c’è bisogno né di ringraziamenti né di congratulazioni, studenti e studentesse lo ribadiscono a gran voce. Servono azioni concrete, un vero proprio cambio di rotta ed è stato espresso sia con cori che con cartelli, criticando e insultando ogni attore politico: il governo, Bolsonaro che devasta l’Amazzonia, l’Unicredit, l’amministrazione: tutti quanti sono “primo nemico”. Gli attivisti di Fridays For Future hanno ribadito che non finirà qui e che le mobilitazioni non smetteranno, basta parole, i diritti della natura e diritti umani sono strettamente collegati e vanno di pari passo e che i responsabili delle scelte politiche ed economiche inquinati paghino.