Mercoledì 13 settembre Non Una Di Meno Pisa tornerà ad attraversare le strade e le piazze della città con una Passeggiata arrabbiata nel corso della settimana di mobilitazione nazionale per reagire insieme alla violenza di genere. L’appuntamento è già alle 18 alla Mala Servanen Jin di Via Garibaldi 192 per l’assemblea settimanale, mentre il concentramento sarà a partire dalle ore 21 in Piazza Dante.
Di seguito il comunicato di Non Una Di Meno:
“TI RISSI NO! Passeggiata arrabbiata
H 18:00 Assemblea settimanale alla Mala Servanen Jin, Via Garibaldi 192
H 20:30 Ci muoviamo insieme dalla Mala verso il concentramento per la passeggiata!
H 21:00 Concentramento in Piazza Dante e partenza per la passeggiata
** Se vuoi mandarci contenuti da leggere in piazza puoi scriverci a nudmpicomunicazione@gmail.com o venire a discuterne in assemblea! **
Attraverseremo le strade della città e le piazze della socialità e degli aperitivi. Siamo arrabbiatə e vogliamo dirlo, ripeterlo, urlarlo a squarciagola!
Perché continuiamo a essere molestatə, abusatə, stupratə, uccisə, nel silenzio interrotto, per un breve momento, da squallide narrazioni che ci violentano una volta di più.
Perché dietro le vostre battute e risate accondiscendenti col sessismo c’è una sorella su cui state agendo violenza.
Perché non sopportiamo più di sentire ripetere che abbiamo ragione ma le nostre reazioni sono esagerate, sostenendo, quindi, che le nostre vite valgono meno della vostra buona educazione.
Perché siamo stanche di sentirci dire che è colpa nostra perché non ci nascondiamo, non reagiamo, non denunciamo.
Perché la nostra rabbia protegge noi e altre sorelle ed è l’antidoto alla paura e alla rassegnazione delle quali ci vorreste succubi.
Tra giugno e agosto sono 32 le vittime di femminicidio nel nostro paese.
La marea transfemminista non si ferma: una settimana di mobilitazione nazionale per reagire alla violenza di genere!
Sono in corso e ci saranno cortei e presidi in moltissime città d’Italia, sabato 9 settembre ci sarà un corteo regionale in Sicilia, a Palermo.
Vogliamo una città a misura dei nostri bisogni e desideri, vogliamo sentirci liberɜ di vivere le nostre vite come meglio crediamo, reclamiamo diritti finora non riconosciuti e negati. Invadiamo le strade, prendiamoci ciò che è nostro, distruggiamo il patriarcato!
Perchè non si tratta di un caso eccezionale, di un quartiere pericoloso, della mala movida o del branco di lupi. Si tratta invece di un sistema patriarcale che ci opprime tutti giorni e ovunque. Dalle mura di casa ai luoghi di formazione e lavoro, dalla stampa ai tribunali, dagli ospedali alle questure, un sistema intero che perpetra una violenza strutturata, pervasiva e culturale. E’ ora che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità! Che tutti gli uomini, che tutte le istituzioni, che tutti gli organi d’informazione scendano dal piedistallo del privilegio e la smettano con la retorica della deresponsabilizzazione! Siete tutti coinvolti.
TI RISSI NO, perchè solo un SÌ vuol dire consenso. E quel SÌ può sempre e comunque esser revocato.
TI RISSI NO, perché ad oggi la stampa non fa giornalismo ma produce pornografia del dolore, non persegue l’informazione ma i click per fare audience
TI RISSI NO, perchè in questo sistema la giustizia dei tribunali non è dalla nostra parte, ogni volta che denunciamo siamo noi quellɜ criminalizzatɜ e sotto processo.
TI RISSI NO, perchè non vogliamo la polizia per le strade delle nostre città. La presenza delle forze dell’ordine nelle strade non ci ha mai salvato da una violenza.
TI RISSI NO, perchè il sistema sanitario non ci riconosce. Le donne e le soggettività LGBTQIA+ non hanno accesso ad una sanità pubblica completa e gratuita.
TI RISSI NO, perché non vogliamo più subire sfruttamento e svalutazione nel mondo del lavoro.
Non smetteremo di fare rumore! Vogliamo corpi liberi e non controllati, vogliamo città transfemministe e non militarizzate. Vogliamo un’educazione femminista, sessuale e affettiva nelle scuole; vogliamo una narrazione mediatica non sensazionalistica e morbosa ma realistica e approfondita, non vogliamo un giornalismo asservito al patriarcato; vogliamo una vera giustizia e una tutela per chi denuncia; vogliamo una sanità garantita e accessibile, con personale sanitario formato non obiettore; vogliamo centri antiviolenza e consultori ovunque e funzionanti, luoghi che siano presidi di elaborazione di un sapere transfemminista; vogliamo un mondo della formazione e del lavoro senza discriminazioni di genere e con equità salariale.
SE TOCCANO UNǝ, RISPONDIAMO TUTT3.”