A due mesi dall’omicidio di Elisa Amato il padre del suo carnefice decide di creare una fondazione contro la violenza sulle donne intitolandola al figlio, Maurizio Zini: il calciatore ha ucciso la sua ex compagna e poi si è tolto la vita.
Sul web è partita la mobilitazione e una petizione contro questa scelta.
Di fronte all’aumento della violenza contro le donne quest’iniziativa non può che far discutere e polarizzare. Le risorse per prevenire e garantire un percorso di fuori uscita dalla violenza sono sempre più scarse, così come l’educazione all’affettività e alla sessualità. Decidere di intitolare una fondazione di questo tipo a un uomo che ha ucciso la sua ex compagna è un’offesa a tutte le donne e gli uomini: una normalizzazione della violenza e una “redenzione” del carnefice.