Pubblichiamo l’appello degli abitanti del quartiere popolare di Sant’Ermete che invitano tutte le persone del quartiere e non ad intervenire in un assemblea pubblica per discutere sulla questione del progetto di riqualificazione delle case.
Sant’Ermete ricomincia la lotta: basta speculazioni sui nostri quartieri e sulle nostre case
Invitiamo tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica di giovedi 21 settembre ore 17.00 nella piazza dei vecchi alloggi delle case popolari. A seguire apericena nello spazio del comitato, via Emilia 236a
L’Apes e il Comune hanno intensificato negli ultimi mesi la loro battaglia contro chi subisce e vive quotidianamente gli effetti della crisi. In nome della legalità e conformità alle loro regole, migliaia di lettere di ingiunzione al pagamento e sfratti sono state inviate agli inquilini morosi e senza titolo delle case popolari. Sui giornali assistiamo ad una continua campagna denigratoria ai danni di chi vive all’interno dei quartieri popolari, additati come i furbetti che non vogliono pagare, senza mai fare una reale valutazione sul loro operato.
Nella realtà chi abita nei quartieri popolari e negli alloggi Apes si rende conto quotidianamente dello stato di abbandono in cui si vive. Quartieri ghetto, privati di ogni servizio, alloggi senza manutenzioni o blindati e lasciati vuoti a marcire per anni. Tutto questo a fronte di un’emergenza abitativa altissima che vede le istituzioni dare soluzioni insufficienti, stipare nuclei numerosi in sovraffollamento all’interno di case piccole e inadeguate.
A sant’ermete è ormai più di un anno che le famiglie che vivono dentro le vecchie case si autoriducono l’affitto e chiedendone l’esonero dal pagamento, visto le certificazioni dell’usl, dei vigili del fuoco e dei tecnici che dichiarano l’inabitabilità degli alloggi.
Il progetto di riqualificazione è fallito. Fatti sparire i 10 milioni di euro regionali destinati alla costruzione delle nuove case, a niente servono i pochi spiccioli che vengono stanziati per l’emergenza abitativa. Circa 800.000 euro sono destinati al recupero di alloggi comunali per assegnazione alle famiglie in emergenza abitativa, di questi 10 dovrebbero essere scelti fra gli oltre 50 lasciati chiusi in sant’ermete. Una spesa che si aggira intorno ai 100.000 euro: fondi utili a fare dei semplicissimi rattoppi, che non rendono affatto sicure e vivibili case che, secondo quanto scritto nelle relazioni redatte dai tecnici comunali, non sono più recuperabili con semplici interventi. Siamo difronte ad un ulteriore spreco di risorse, che potrebbero essere investite nel progetto originario o a migliorare in parte le condizioni di vita di chi ancora alloggia in case piene di muffa e infiltrazioni e attende le nuove costruzioni. Invece finiscono per essere utilizzate nella campagna elettorale del PD per le prossime amministrative, con un’assessora che si vanta di intervenire per risolvere l’emergenza abitativa di cui è complice, avallando le richieste e il pressing politico di proprietari e grandi costruttori, favorendo l’arricchimento dei soliti noti e dichiarando guerra a chi rivendica con forza il proprio diritto ad avere una casa dignitosa.
Riparte la lotta, che non si è mai fermata, neanche durante l’estate. Presto il consiglio regionale dovrà discutere sul riconoscimento dell’esonero per chi vive in alloggi fatiscenti ed è stato truffato con la speranza di un progetto di riqualificazione. Una riqualificazione che noi non attendiamo rimanendo fermi, ma portando avanti un nostro progetto per il quartiere, senza lasciarci intimorire dai toni minacciosi di comune e apes, pretendendo che venga rifinanziato l’intero progetto e che vengano ripristinati i fondi pubblici per l’edilizia popolare.
Loro distruggono, noi costruiamo.
Giù le mani dai nostri quartieri, giù le mani dalle nostre case