Riceviamo e pubblichiamo dal Collettivo Universitario Autonomo
Da giovedì 18 giugno numerosi studenti e studentesse, tutti i giorni stanno occupando il giardino di Storia e Filosofia. Ogni mattina si portano sedie, tavoli e panche per dare la possibilità a tutti e tutte di riuscire a studiare per questa sessione in un momento così difficile. La quarantena è appena passata e il susseguirsi delle fasi di riapertura, almeno a Pisa, ha completamente escluso dal dibattito la totalità degli universitari e universitarie. Lo studio a casa è stato insostenibile: Chi sta scrivendo abita in una casa piccola insieme ai genitori e ad un fratello, molti miei colleghi convivono in 5 in case troppo piccole per avere i propri spazi per seguire le lezioni o studiare in tutta tranquillità, molti non hanno una buona connessione wi-fi, o vari dispositivi elettronici per seguire e studiare dignitosamente. L’università di Pisa non solo ha scelto di essere per ora l’unico ateneo in tutta Italia a non far ripartire le lezioni in presenza, nemmeno con una modalità mista, ma ha anche blindato completamento ogni suo spazio e sta continuando a non dare risposte, o meglio, il suo non prendere decisioni concrete fa ha fatto emergere una volontà da parte dell’università di non risolvere certi problemi presenti e futuri e farli ricadere sulle fasce più povere della comunità studentesca. In primo luogo gli spazi: in questo momento di riapertura generale, non ci sembra così impossibile riaprire in tutta sicurezza le aule studio e le biblioteche e rendere le aule per le lezioni degli spazi sanificati e protetti adibiti per lo studio. In secondo luogo la questione delle tasse è agli occhi di tutti che non solo i servizi universitari per i quali paghiamo fior di quattrini sono drasticamente ridotti, ma anche che numerose famiglie, studenti fuori sede e non hanno avuto una fortissima contrazione del reddito, perso i vari lavoretti precari o comunque avuto la necessità di risparmiare per sé e le proprie famiglie in questa crisi in corso. Ci sembra un diritto inalienabile allargare la fascia della no Tax area e quanto meno annullare una rata universitaria delle tasse, al posto di come sta facendo il rettore Paolo Mancarella di posticipare i pagamenti, come se la soluzione fosse nascondere la polvere sotto il tappeto.
L’università non si è attrezzata minimamente a fornire una digitalizzazione completa e funzionante del numeroso e costoso materiale didattico. In numerose facoltà scientifiche non si sa quando ripartiranno i tirocini e i laboratori, parte fondamentale della formazione di molti e molte.
L’università non sta dando risposte neanche a tutta la componente dei lavoratori e delle lavoratrici che ad oggi o stanno sanificando spazi vuoti o sono finiti in cassa integrazione.
C’è una volontà politica a scaricare verso il basso questa crisi, “la soluzione è pagare” dice il rettore Mancarella negli organi e molti altri soggetti come
l’Agenzia Regionale del Diritto allo Studio Universitario, non pervenuti. Non dovrebbe essere adibito quello? Come funzioneranno le borse di studio? Il calcolo dell’ISEE? Dovremmo ritrovarci come ogni anno per molti studenti e studentesse fuori sede la dicitura “idoneo non beneficiario” per la casa dello studente? Domande molte, risposte assenti o non adeguate alla situazione straordinaria che stiamo vivendo.
Il futuro prossimo e remoto di molti e molte è precario, incerto, vicino all’esasperazione.
Ogni giorno da quando stiamo occupando mattina e pomeriggio il giardino, del rettore neanche l’ombra. Siamo stanchi e incazzati di dover dipendere da ipotetici si e no di questi incapaci. Tutti i dati oramai parlano chiaro: a causa di questa crisi, migliaia di neo maturandi e di studenti non si potranno permettere il continuo degli studi. Numerose possibilità esistenziali e formative stroncate da inutili rimpalli di responsabilità tra i vari tavoli e controtavoli, inutili teatrini da palazzo, il tutto sulla nostra pelle e senza di noi. Se c’è la volontà i soldi si trovano, gli spazi si aprono, gli studentati si recuperano, ma per ora la strada scelta è sputare sul diritto allo studio. La rabbia sale, pretendiamo un confronto con il rettore che ci comunichi e ci integri nelle decisioni di ora e del prossimo futuro di questa Università, altro che e-mail di solidarietà alla comunità accademica, sì uniti ce la faremo, ma senza di loro!
Ci troviamo tutti i giorni dal lunedì al venerdì mattina e pomeriggio al giardino di Storia e Filosofia per discutere e confrontarci sui numerosi problemi universitari
Giovedì 25 Giugno facciamo una conferenza stampa sotto il rettorato per rilanciare la situazione folle in cui ci ritroviamo
Venerdì 26 Giugno ci ritroveremo in tante e tanti davanti al rettorato per pretendere delle risposte serie e concrete da parte del rettore a tutta la comunità accademica.